domenica 26 marzo 2017

La vendita dell´auto


Vi voglio raccontare che proprio ieri ho venduto la mia macchina usata. Una vecchia utilitaria che avevo portato sú dall´Italia e reimmatricolata in Svezia. 
Durante questo weekend, quindi, mi sono passati spesso per la testa i confronti del sistema svedese con quello italiano. 

IN ITALIA
Mi ricordo bene il sistema italiano, perché prima di emigrare vendetti l´altra auto che avevo in Italia e pure la motocicletta. Ho verificato su internet e il sistema é lo stesso. 
Escludiamo l´ipotesi che venditore e compratore si affidino ad una agenzia di pratiche auto, che, se ci pensate, non dovrebbero nemmeno esistere. Il venditore compila il retro del certificato di proprietá inserendo il nome dell´acquirente e poi si reca in uno dei posti autorizzati per farsi autenticare la firma, tipo il Comune di residenza, la motorizzazione, eccetera (anche il notaio, che se ci pensate non dovrebbe esistere nemmeno lui).  Servono una marca da bollo da 16 euro e 0,52 euro per diritti di segreteria. Il che significa andare a comperare la marca da bollo dal tabacchino e poi andare in comune, sempreché uno sia informato altrimenti va in comune e poi gli dicono di tornare. 0,52 euro per diritti di segreteria mi sembrano la scena con Beningni e Troisi sui dazi doganali. 
Ecco, il venditore é quello fortunato.
L´acquirente invece deve andare al PRA e portare con se il certificato di proprietá, il libretto di circolazione, il proprio documento di identitá e l´immancabile modulo da compilare ed una serie di fotocopie (una o due a seconda). Roba che se ti dimentichi una fotocopia é facile che ti dicano di tornare. Oltre all´immancabile pagamento di balzelli vari. Eh si, perché ci sono da pagare emolumenti ACI, imposta di bollo per la presentazione al PRA, imposta di bollo per il rilascio dell´aggiornamento della carta di circolazione, diritti ex- motorizzazione (se non c´é piú perché bisogna pagarci i diritti?), l´imposta provinciale di trascrizione (che varia da provincia a provincia). Alcuni sono bolli che si comprano dal tabacchino, altri sono bollettini postali che richiedono di andare alle poste, con conseguente perdita di tempo. 
Quindi, oltre al costo monetario, c´é anche la rottura di dover perdere mezze giornate (di astensione dal lavoro) per sbrigare tutti gli adempimenti. Sia per il venditore che per l´acquirente.
E tutto questo nell´ipotesi che non sia stato smarrito il certificato di proprietá o il libretto di circolazione altrimenti sono c...i.

IN SVEZIA
Ieri arriva da me un ragazzo, visiona la macchina e mi dice "ok, la prendo". Il passaggio di proprietá puó essere fatto a scelta dal venditore o dall´acquirente, ma siccome sono un tipo che ha un background medioevale ho pensato che sarebbe stato giusto farlo insieme, in concomitanza con il pagamento. Quindi l´acquirente é venuto a casa mia e con il mio pc mi sono collegato con il sito dello Transportstyrelsen (l´equivalente nostro della motorizzazione). Mi loggo usando le credenziali solite che uso per qualsiasi sito di qualsiasi pubblica amministrazione, nonché della mia banca, e funziona tramite una app nel mio telefonino in pochi secondi. Inserisco la targa, un codice che c´é sulla carta di circolazione, alcuni dati della mia patente e di quella dell´acquirente. Fatto. La macchina é sua. Nel frattempo lui, con il cellulare mi ha swishato (termine che sta a significare che ha usato una app nel suo telefonino chiamata Swish che trasmette soldi in tempo zero al beneficiario e senza commissioni) l´importo richiesto. Importo che io quindi ho subito verificato essere pervenuto nel mio conto corrente. 
L´acquirente é piú giovane di me e mi trattava da matusa in quanto non ho usato l´ultimo ritrovato in termini di semplificazioni amministrative: cioé la app del suddetto Transportstyrelsen, ma a me queste cose delicate piace farle con un monitor adeguato, per evitare che mi sfugga qualcosa. 
Costo totale dell´operazione: zero. Sia per me (venditore), sia per lui (acquirente). 
Tra l´altro il Transportstyrelsen avvisa in automatico la mia assicurazione che provvederá in automatico a restituirmi la parte di assicurazione non usata (da oggi alla scadenza).
A proposito di assicurazione: pochi secondi dopo, il tipo con il cellulare si collega al sito della sua assicurazione e stipula un contratto in pochi secondi e con due click. E anche quella é a posto. 
Quindi, tempo perso dal lavoro; zero. Soldi spesi: zero. Nervosismi da burocrazia elefantiaca; zero. Tempo totale impiegato: 10 minuti. Forse 15.


domenica 12 febbraio 2017

Sanremo vs Melodifestivalen

Sento un impellente bisogno di scrivere un post a riguardo del festival di Sanremo. 
Giá perché si é concluso ieri sera il suddetto festival mentre qui in Svezia si sta svolgendo il suo analogo che si chiama Melodifestival o "Mello" come lo definiscono tutti amichevolmente, come se fosse il nome dell´animale domestico, ma che tutti conoscono e adorano. 

Mi scatta l´ansia di fare paragoni. 
Innanzitutto il funzionamento. Il festival di Sanremo si svolge in cinque serate consecutive e alla fine dell´ultima viene proclamato un vincitore. L´edizione svedese invece si compone di cinque serate e poi viene proclamato il vincitore. Ma allore é uguale: no! non ho detto consecutive. Infatti si svolge ogni sabato per cinque settimane. E ogni volta in una cittá diversa e la finalissima si svolge a Stoccolma.

Ad ogni puntata si esibiscono sette cantanti o gruppi e di questi ne vengono scelti due che andranno alla finalissima di Stoccolma. Ne vengono scelti anche altri due che vanno in andra chance (trad. seconda possibilitá), cioé nella penultima serata dove ne verranno ripescati alcuni per andare in finale. 

Per la cronaca ieri si é svolta la seconda serata, quindi non siamo neanche a metá.

Fin qui é facile. Ma le differenze sono appena iniziate. 

Nell´edizione svedese il vincitore non é scelto da una giuria, ma dal pubblico con il sistema del televoto. Con tutto quello che questo puó implicare: molti danno la propria preferenza non solo a chi canta meglio, ma si fanno influenzare anche dalla scenografia (molto variabile da artista ad artista) o da eventuali ballerini, o dalla simpatia, eccetera. E´la democrazia, baby. 

E ora, tralasciamo gli aspetti formali per affrontare quelli sostanziali. 

Innanzitutto le canzoni. Faccio enormemente fatica e non ne sono in grado, a giudicare se siano meglio le canzoni del festival nostrano o di quello svedese. La mia personalissima opinione é che le canzoni italiane siano mediamente piú impegnate e ricercate, mentre quelle svedesi fatte per un pubblico piú vasto e di immediato attacco. Devono infatti convincere milioni di persone in soli 3 minuti circa. Quindi, malgrado io stia parlando di due festival della canzone, non affronteró l´argomento canzoni. Sembra ridicolo, é vero. 

Voglio invece dedicare qualche riga al modus operandi. Il modo in cui si svolgono le serate. A Sanremo non salgono sul palco solo i cantanti, ma come nel caso dell´edizione di quest´anno, anche comici, calciatori ed altri vip. A volte solo per fare una compassata, magari presentando il prossimo cantante, altre volte per fare un monologo, piú o meno serio. Magari su argomenti delicati come il bullismo, o le violenze sulle donne o il mobbing su internet. 

Interessante, per caritá, ma che c´entra? Ho fatto un po´di ricerche su internet ed ho visto che é salito sul palco anche il corpo della Polizia di Stato. Una bellissima ragazza di nome Diletta che non so chi sia, ma che é stata criticata per lo spacco, che a me sinceramente non sembrava per niente volgare. Anzi. Eppoi un calciatore, di cui ho giá dimenticato il nome. Una serie di comici, alcuni dei quali con performance discutibili. Mi é rimasto impresso, l´ho letto su un quotidiano, che é stato invitato un tipo che ha il ragguardevole primato di quasi trecento giorni di ferie non godute. Ma vi sembra un bel messaggio? Leggasi: diventate schiavi anche voi, evviva !!!  

C´era anche Keanu Reeves. Non so cosa abbia detto, ma cosa avrá mai da dire un bravo attore di Hollywood al teatro dell´Ariston? Ho letto anche di chi é stato invitato solo per sponsorizzare il loro prossimo film o trasmissione televisiva. Ma almeno qualcuno cantava? 

Eh, si,  poi ci sono anche esibizioni canore. Ma non solo quelle in concorso, ma anche quelle di altri cantanti di decenni fa che arrivano ripresentando loro vecchi successi o, e questo é terribile, cover di altri cantautori. Insomma tutti vogliono il loro pezzettino di visibilitá. 

La logica conclusione é che il festival di Sanremo dura ore e ore. Ho capito che é finito alle 1 del mattino. Ma chi é che sta alzato cosí a lungo? Eppoi é impossibile tenere uno show ad un livello alto per tutto quel tempo. E ovvio che in alcuni momenti la qualitá cali e lo spettacolo non soddisfi le aspettative, ed ecco che é il momento in cui si porge il fianco a milioni di critici lamentoni che non aspettavano altro.

In Svezia invece, tutto lo show dura un´ora appena. I presentatori iniziano puntualissimi e dopo solo un paio di minuti di introduzione, incitano il pubblico con un "nu kör vi" (ora cominciamo). Le esibizioni si susseguono a ritmo sul mega palco, a volte intervallate da qualche brevissimo siparietto da parte dei presentatori stessi, che sanno essere sempre simpatici e tecnicamente preparati. Sanno infatti cantare, a volte ballare, ed hanno un umorismo semplice, ma efficace. 

Un altro siparietto lo fanno alla fine mentre si apetta la chiusura del televoto. Si parla di tre o quattro minuti, non ore. Poi i due cantautori che sono stati scelti per andare in finale cantano il bis e poi titoli di coda e buona notte a tutti. In un´ora appena, dalle 8 alle 9. Diventa quindi un must per tutta la famiglia: grandi e piccini. E la Svezia si blocca, compatta, davanti alla TV, come accade in Italia solo quando la nazionale di calcio fa in finale ai mondiali.  

E le musiche piacciono a tutti. Con questo non voglio dire che le canzoni del Festival siano brutte, anzi. Ne ho ascoltate oggi un paio da Youtube, compresa quella che ha vinto, e mi sono piaciute entrambe. Ma mentre qui il Melodifestivalen lo guardo, se dovessi tornare in Italia, Sanremo non lo guarderei nemmeno a pagamento. 





sabato 17 dicembre 2016

S. Lucia

Se andate a guardare il sito ufficiale del turismo svedese, VisitSweden, noterete una sezione dedicata alle tradizioni svedesi.

C´é una voce dedicata ovviamente al classico Natale svedese. E il Natale svedese non é solo il 25 dicembre. Sí, lo é. Intendo dire che le tradizioni che ruotano attorno al Natale svedese sono varie e iniziano giá a fine novembre quando si accendono le luci dell´Avvento. Consiste nel posizionare 4 candele alla finestra e accenderne una alla volta, per ogni settimana che precede il Natale, cosí che a Natale siano accese tutte e quattro. 
Praticamente non lo fa quasi nessuno. Tutti mettono invece delle lucette elettriche a forma di candelabro. L´effetto ottico é impressionante. Vedere che tutte le finestre di tutti gli edifici hanno queste lucette bianche che risultano come tanti piccoli fari nell´oscuritá dell´inverno svedese, é sempre emozionante e mi stupisco ancora oggi. L´alternativa al candelabro triangolare é posizionare una stella, luminosa ovviamente. 

Le tradizioni natalizie continuano con S. Lucia, il 13 dicembre. Una tradizione che ricorda una santa siciliana. Vabbé andatevi a leggere su wikipedia se volete saperne qualcosa delle origini. La cosa bella di s. Lucia é che si organizzano in tutte le cittá dei treni, detti appunto "treni di S. Lucia". No, non sono dei treni veri e propri con locomotive e vagoni, ma trenini di persone che camminano in fila indiana o quasi. A capo di questi trenini c´é S. Lucia, una ragazza vestita di bianco che indossa una corona di candele. Qui trovate una breve descrizione. 

Tutte le scuole del paese organizzano per i bambini questi treni di S. Lucia e i genitori sono invitati ad assistervi. Questo é quello che io ho filmato nella scuola di mia figlia. 

Si vede la classica composizione del treno: S. Lucia (in queso caso due, meglio abbondare), le altre damigelle, i babbi natale e per finire un paio di bambini impersonificano omini di marzapane o di pepparkakor, non ho mai capito. Per la cronaca i pepparkakor sono quei biscottini alla cannella a forma di cuori che vengono venduti anche all´Ikea. 

Le canzoncine cantante anche quelle sono di rito. La canzone che apre il coro e l´ultima sono ovviamente s. Lucia. 

E ora ci aspetta il Natale vero e proprio, che qui si feteggia il 24. Meglio prendersi per tempo. 

E allora mi prendo in tempo pure io e vi auguro giá da ora Buon Natale a tutti se non scrivo altro prima. 





venerdì 2 settembre 2016

Svezia 3.0


Sj regionaltåg 2112, mot Katrineholm, Eskilstuna, Sala, med avgångstid 6:32 inkommer strax till spår 7a.

Questa é la frase dell´altoparlante della stazione di Norrköping che io ho sentito tutte le mattine per un anno e mezzo fino a l´altro ieri. Annunciava l´arrivo del mio treno. 

Ho trovato su Youtube un video che mostra l´arrivo di un treno sullo stesso binario e nella stessa direzione di quello che prendevo io tutte le mattine alle ore 6:32. C´é pure un po´di neve. Ed io quel binario lo ho visto con tutte le condizioni meteo possibili immaginabili: neve, pioggia, vento, caldo, nebbia e poi in pieno giorno e in piena notte. Ma sempre alle 6:32. E pensare che quando prendevo il treno lo facevo dopo aver pedalato per alcuni chilometri da casa. Che poi a me piace pedalare, ma cosí presto la mattina, a meno venti, col buio, oppure sotto la pioggia e per andare a lavorare, insomma, bisogna essere molto motivati. 

Ed io di motivazione ne avevo a secchi. Perché era il mio primo lavoro in Svezia. Quello che é difficilissimo da ottenere. Poi gli altri arrivano facilmente, perché hai una referenza svedese. Poi ero motivato perché lavoravo alla Volvo, un marchio che non ha bisogno di presentazioni. E poi i colleghi con i quali ho creato un ottimo team affiatato.

Ma come avrete intuito, ho cambiato lavoro. Le motivazioni? Perché avevo avuto tre contratti di fila a tempo determinato e allo scadere dell´ultimo che non era piú rinnovabile, mi hanno detto che non c´era proprio la possibilitá di rimanere, a malincuore. E cosí mi sono guardato intorno, ho trovato una stra-ottima alternativa, forse migliore, e ho dato le dimissioni con un mese di anticipo. E proprio in quel momento mi hanno chiesto di rimanere. Che fare? trasferirmi a Eskilstuna? Dire di no alla nuova azienda che mi ha stimolato tantissimo da un punto di vista professionale? E cosí a stramalincuore ho detto di no ad un contratto a tempo indeterminato alla Volvo ed ora lavoro in una multinazionale che ha una fabbrica a Söderköping, a 19 km da casa mia. 

La mia vita da ieri é cambiata. Perché impiego solo 25 minuti per andare a lavorare contro le due ore di prima, perché ho ottenuto il tanto agognato contratto a tempo indeterminato (vabbé ho 6 mesi di prova ma confido di non fare casini) e vedo un sacco di cose nuove. Peccato per i vecchi colleghi (e le colleghe), ma anche quelli nuovi sembrano simpatici. 

Mi sento che sono entrato nella fase 3 della mia permanenza in Svezia. In una scala che va da 1 a 3 e che ho elaborato da tanto tempo. La fase 1 era il trasferimento, lo studio della lingua da disoccupato in mezzo a centinaia di profughi capitati lí per sbaglio. La fase 2 era caratterizzata dal primo impiego, ovviamente precario, ma seppur impiego. Ed infine la fase 3 caratterizzata dal fatto che finalmente sono credibile per le banche e comprare casa. Ma per questo ci vorrá ancora un annetto minimo... 

Peró ragazzi che fatica...





domenica 28 agosto 2016

Verbi inesistenti

Mi piace constatare che nella lingua svedese ci sono tutta una serie di parole, specialmente verbi, che non ci sono nella lingua italiana.
Provo a farne una lista solo dei verbi (se ve ne vengono in mente altri, scriveteli nei commenti):

- andare in bicicletta
- guidare l´auto
- lavare i piatti
- fare la spesa
- fare una ricerca su google
- inviare una email
- rompere le scatole
- spreparare la tavola
- stare a casa con i figli quando sono ammalati
- spegnere la sigaretta

E questi sono solo i primi che mi vengono in mente.

La cosa buffa é che noi italiani residenti in Svezia spesso colmiamo i buchi della lingua italiana italianizzando questi verbi. E cosí stare a casa con i figli quando sono malati, che si dice "att vabba", diventa in italiano "vabbare": io vabbo, tu vabbi, egli vabba ...

E mi domando come abbiamo fatto a vivere senza?

Anche nella linuga italiana ci sono parole non traducibili in svedese, ma sono quasi tutte parolaccie. Anche i gesti mancano, ma questo é un altro post.






mercoledì 17 agosto 2016

C2 H5 OH


Alcool: ma che bella parola. Ho un sacco di bei ricordi legati ad essa e tanti altri che ne sono stati cancellati. 

Quando sono tornato in Italia alcuni giorni questa estate ho raccontato agli amici (su loro specifica domanda) che l´alcool, in senso lato, in Svezia costa un patrimonio. Ma ho avuto la sensazione che il termine "patrimonio" fosse un eufemismo, invece c´é veramente da spenderci lo stipendio se vuoi fare una festa. 

Oggi vi riporto un po´di cifre. Ebbene sí, perché in Italia ho comprato una quindicina di bottiglie ed ho appena controllato i relativi prezzi svedesi. 

L´amaretto Disaronno costa 340kr che sono pari a 37 euro al litro ed io lo ho pagato 15,50. 
L´amaro Montenegro da cl. 700 costa 350 kr pari a 38 euro ed io lo ho pagato 12,30. Un terzo!!!
L´Aperol da 700ml costa 149kr pari a 16 euro ed io ho pagato 9,60 euro la bottiglia, ma da litro. 

Quest´ultimo é un po´meno conveniente degli altri due, perché, come ho giá spiegato in questo blog, il costo degli alcoolici in Svezia é piú che proporzionale alla gradazione. Quindi, ragionando in termini prettamente economici, avrei dovuto comprare superalcoolici e non amari. Ma io di superacoolici ne bevo di rado. 

Quindi il rapporto di costo tra gli amari tra Italia e Svezia é di 1:2,5 circa. 

Concludendo potete immaginare che se sono venuto in Svezia non é certo per bere.


martedì 2 agosto 2016

Altolá sudore


Rieccomi cari affezzionati lettori dopo un mese di ferie. Un mese !?!?!?!? Esatto, perché qui in Svezia é normale andare in ferie un mese intero, almeno. Dico almeno perché molti ci aggiungono un altro mese di maternitá o paternitá che avevano avazato (su 16 mesi fai presto ad avanzarne alcuni da smaltire in piú anni). 

Insomma, dicevo che sono tornato. Peró io non ho fatto come lo svedese medio che se ne va nella sua stuga o direttamente a casa che usa come campo base per piccole gite fuori porta. No, io sono stato tutto il tempo in sud Europa: Croazia e Italia. 

Due settimane le ho passate in un´isola croata con pochissimo turismo. Io che sono una persona socievole e cerco sempre compagnia, quest´anno avevo bisogno di starmene con la famiglia in un posto appena segnato sulle mappe. Dormire in pineta scandito dal canto delle cicale, anche per fuggire al calore dei 35 gradi del sole, e senza preoccupazione alcuna era quello di cui avevo estremamente bisogno dopo un anno e mezzo di stress senza precedenti. Il mio primo lavoro in Svezia infatti é stato particolarmente impegnativo perché ogni certo numero di mesi mi assegnavano compiti nuovi, e spesso mi sono trovato catapultato a gestire cose importantissime senza sapere esattamente cosa stessi facendo. Come ho fatto a non combinare disastri é un mistero. Il tutto contorniato da una vita fatta di pendolarismo tra Norrköping e Eskilstuna che richede 2 ore andare e 2 tornare ogni giorno e che mi hanno praticamente azzerato la vita privata infrasettimanale. 
Non da ultimo avevo anche bisogno di sentire il caldo quello vero sulla pelle e penetrare nelle ossa, che é una sensazione che mi ricorderó durante l´inverno svedese. 

Sono stato anche una settimana scarsa a Vicenza per trovare amici e parenti e cercare di fare indigestione di pizza. Cosí adesso non ne avró piú voglia per alcuni mesi.

Il mega viaggio in sud Europa lo ho fatto in auto. Complessivamente ho percorso 6400 km. Troppi. E´stato piacevole, mi ha dato un maggior senso di distacco dai casini quotidiani, ma non lo faccio piú. E´stato invece interessante osservare come le temperature, la vegetazione e gli ambienti urbani cambino gradualmente passando da un estremo all´altro dell´Europa. Dalla macchia mediterranea alle foreste di abeti, dai 35 gradi ai 20. Dal caos urbano all´ordine rigoroso. Dall´umido al secco. Ecco, questo vorrei sottolineare che qui in Svezia l´aria é sempre molto secca.

Ho incontrato un amico a Vicenza la settimana scorsa a cui é rimasto impresso del suo viaggio in Svezia che qui non si suda o quasi. Visto? Tutti ci trovano qualcosa di interessante in Svezia. A me invece piace tutto (che pazzo fanatico) e adesso che ho ricaricato le batterie, sono stracontento di essere tornato.