Mancano 10 giorni al referendum e io, come spero tutti gli italiani all´estero, ho giá votato. Non prima di esseremi montato la cabina elettorale dell´IKEA in casa. Eh si, perché per i residenti all´estero funziona cosí: ti arriva una busta grande dell´ambasciata con dentro l´originale della scheda elettorale e le istruzioni. In due parole solamente: voti comodamente da casa, metti la scheda elettorale in una busta piccola, che va dentro ad una piú grande insieme al tagliando elettorale e spedisci. Fortunatamente é giá preaffrancata. Il sistema non é proprio sicurissimo, speriamo bene.
Prima di votare mi sono informato e su internet ci sono tutte le opinioni possibili immaginabili, tranne una, la mia. Vi tocca anche questa. Non sto qui a riepilogarle tutte perché questo post vuole parlare di altro, e voi ne avete due maroni cosí, ma sostanzialmente, non ha senso parlare di estrazioni petrolifere se poi, se ci sono, sono effettuate da multinazionali straniere e i pochi ricavi per la nazione italiana vengono mangiati e sperperati come di consueto. Senza parlare poi dei disagi ambientali (disagi é un eufemismo, notate che raffinatezza di linguaggio). Se la maggioranza degli italiani decidesse che evviva il petrolio, allora sarei dell´idea di fare come la Norvegia che fa confluire tutti gli incassi petroliferi in un fondo pubblico. Cosicché oggi ogni norvegese é sostanzialmente un milionario. Quasi quasi mi trasferisco in Norvegia. In Italia. al posto del fondo pubblico, si potrebbe ripagare il debito pubblico, ma con la attuale classe politica non c´é speranza. Prima bisogna cambiare le condizioni, e poi fare il referendum. Casomai. Fermo restando che investire nel petrolio in un paese bello com l´Italia, non ha proprio senso.
E in Svezia? Un paese civilissimo, chissá quanti referendum fanno.
Pochissimi. Ne hanno fatti 6 dal 1922 ad oggi. Ve li elenco:
1922. Proibizione dell´alcool. Vince il no.
1955. La guida a destra. Vince il no (cioé la guida a sinistra). Nel 67 si introduce la guida a destra.
1957. Sistema pensionistico finanziato dalle tasse. Vince il si.
1980. Stop al nucleare. Vince il si.
1994. Ingresso nella UE. Vince il si.
2003. Uso dell´euro. Vince il no.
Come mai cosí pochi? boh. Mi viene da pensare peró che é anche una questione di logica. Cioé, se hai un governo credibile e che cerca di rispettare la volontá popolare (espressa con le elezioni politiche), allora non c´é bisogno di raccogliere milioni di firme per chiedere l´abrogazione delle leggi. C´é una guerra cittadini vs governo. Ma poi tra l´altro le milioni di firme in questo caso non sono state raccolte perché il referendum é stato proposto da 8 regioni. Quindi ci sono anche le regioni vs governo. E tra l´altro regioni governate dallo stesso partito del governo. Governo vs governo. Tutti contro tutti.
Quindi il quesito referendario non dovrebbe essere "vuoi tu abrogare la legge numero ... eccetera", che tra l´altro é incomprensibile, vedrete quando vi troverete nella cabina elettorale. Casomai il quesito dovrebbe essere: ma "perché lo stiamo facendo?". A proposito, vi consiglio di arrivare al seggio preparati perché io sono uscito dalla mia cabina IKEA e verificato su intenet che cavolo c´é scritto nella scheda, voi invece non potete.
E adesso viene il bello. I referendum svedesi non sono vincolanti secondo la loro costituzione. Quindi se domani mattina il governo decidesse di tornare al nucleare, o adottare l´euro, lo potrebbe fare benissimo. Cosí come ha cambiato idea negli anni ´50 sulla guida a sinistra. Ma a parte questo caso, non ci penserebbe nemmeno. In Italia invece i referendum sono vincolanti e vengono puntualmente ignorati, come quello sull´acqua pubblica e quello sul nucleare che l´innominabile di Arcore voleva reintrodurre e di fretta.
Insomma, andate a votare, che ne vale la pena, ma sappiate che c´é un altro sistema (non vi sto invitando a votare col sistema, tipo totocalcio, ci mancherebbe solo questa...).
anche negli USA. Ciao, ti ho preceduto in radio.
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