Visualizzazione post con etichetta immigrazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta immigrazione. Mostra tutti i post

sabato 13 febbraio 2016

Scervellati in fuga



Si fa presto a dire "cervelli in fuga". Che ci vuole, sono solo 3 parole... Ma non é solo per questo. Tutti conoscono almeno qualcuno che sia emigrato all´estero, di solito competente e preparato, spessisimo altamente istruito. 

A leggere questo articolo invece pare che non ci sia tutto questo gran flusso migratorio, anche se riconosce che comunque l´Italia fa un po´fatica a tenersi le persone di valore, ma piú o meno in linea con tanti altri paesi. Siamo carenti cronici invece nell´attirare studiosi stranieri. Quindi possiamo dire che abbiamo una bilancia commericiale di cervelli in negativo, ma non che tutti i cervelli scappino. Cosí come non possiamo dire che quelli che scappano sono tutti dei cervelloni. Guardate me per esempio. 


Io qui a Norrköping e vicinanze ho conosciuto diversi italiani che si sono trasferiti con la famiglia e sono tutti medici, ingegneri o informatici. E non é che i cervelli migliori risiedono nelle teste di questi tre tipi di professionisti. Il fatto che loro riescano ad emigrare piú facilmente é perché hanno delle conoscenze e abilitiá (notevoli) che sono richiesti qui in Svezia. Magari ci fosse carenza anche di laureati in storia dell´arte, o filosofia, o scienza della comunicazione che non ho mai capito che roba é. 

Su il Fatto Quotidiano c´é una rubrica intitolata "cervelli in fuga" che uno si aspetta di trovarci storie di geni incompresi in patria e trasformati in mega-star all´estero, invece la maggior parte delle storie sono di gente "qualunque" che va ad aprire una gelateria nel centro Africa o che si trasferisce in Thailandia per amore o negli USA perché "fa figo". 

E poi ci sono i cervelli in fuga veri e propri. Tipo chirurghi che inventano e sperimentano nuove tecniche all´avanguardia ma che poi hanno un modus operandi pressapochista in stile "tarallucci e vino" che magari provoca la morte di alcuni pazienti e guarda un po´: vengono licenziati. Spero che questo non faccia calare un´ombra di sospetto su tutti gli italiani in Svezia. Per caritá, anch´io faccio le mie belle figure di m.... ma non da finire sui giornali. Insomma, un po´ di discrezione. 



(la vignetta é del un mio amico Davide Ceccon)



sabato 30 gennaio 2016

I miei colleghi sull´immigrazione


Non so se avete notato ma non scrivo mai di immigrazione. E pensare che é l´argomento principale qui in Svezia (stando a giornali e telegiornali). Argomento che sta creando strani pensieri, opinioni, paure tra la gente ma anche squilibri politici e sociali. Io non he ho mai parlato perché, nella vita di tutti i giorni, nemmeno sgli svedesi ne parlano. Ma ci pensano e il risultato si é visto alle ultime elezioni politiche quando il partito di estrema destra (gli SD) hanno preso circa il 15%. Recenti sondaggi li danno al 26/27%. Quasi un terzo della popolazione. 

Peró la gente non ne parla. Anche in ufficio da me, non ho mai sentito parlare di politica in 13 mesi che per me che sono italiano é un record fantascientifico. In Italia basta che piova é giú di critiche contro il governo (che fa di tutto per meritarsele, bisogna dire). 

Fino a ieri. Ieri, durante la pausa caffé é iniziata una discussione, che poi non si é discusso affatto perché erano tutti concordi, che di immigrati ce ne sono troppi. Ma non per il fatto che siano immigrati in sé, ma perché la massiccia ondata arrivata nel 2015 é costituita da persone con una cultura estremamente diversa dalla nostra (svedese). Prima fra tutte le differenze, che spaventa di piú, é la concezione della donna. In molti paesi del medio oriente, infatti, la donna ha un valore sociale che é di poco superiore a quello di animale domestico e questo spiega, insieme alla scarsa scolarizzazione e al fondamentalismo religioso, violenze e aggressioni contro ragazze svedesi (recentemente una ragazza impiegata all´ufficio immigrazione é stata accoltellata a morte da un minorenne, per citare un caso estremo). 

La conseguenza é che le mie colleghe non si sentono piú sicure di girare per strada da sole. E solo ieri si sono confidate durante la pausa caffé che quando criticano la situazione e  si sentono dare delle razziste, vanno in bestia (e per far incazzare uno svedese ce ne vuole). 

La mia silenziosa analisi é che quello che é successo evidenzia la presenza di un limite invalicabile nel "politicamente corretto". Insomma, a tutto c´é un limite. E pensare che siamo solo all´inizio. La Svezia infatti ha scartato la domanda di accoglienza di 80.000 persone. Quindi oltre ad accoglierne una marea, biognerá anche occuparsi di rimpatriare questi ultimi. E qui non funziona come in Italia che danno un "foglio di via" al rifugiato non-accettato con la conseguenza che questo se ne sbatte e resta. No, qui li caricano in un aereo e li rispediscono a casa. Il problema é che sono talmente tanti che anche a farli volare via tutti ci vorranno anni, e senza contare che a molti non sai proprio dove mandarli o il paese di destinazione non li rivuole indietro. Come bisogna pure considerare che molti non se ne andranno e scapperanno perché piuttosto che tornare nell´inferno, é meglio fare i clandestini in Svezia.

Per concludere la discussione di ieri, una collega ha sentenziato e concluso con questi due punti: 
1. se l´attuale governo perderá le prossime elezioni non si deve lamentare
2. noi (svedesi) non ci dobbiamo lamentare della situazione perché il governo attuale lo abbiamo legittimato noi con il nostro voto (io non ce l´ho ancora il diritto di voto per le politiche).

Tutti le hanno dato ragione e sono tornati ai propri tavoli in silenzio. Il livello di educazione civica dimostrato é sorprendente, secondo me.



martedì 4 agosto 2015

Guerre di religione

Sembra impossibile parlare di guerre di religione in un paese che é tra i piú atei al mondo. Sembra anche strano parlare di guerra, perché non si parla di guerre convenzionali, ma di scontri, diciamo. 
Sto parlando di scontri, appunto, tra immigrati. Musulmani contro cattolici dove i perseguitati sono i secondi, di solito. Dico "di solito" perché non si puó generalizzare, ovviamente. 
Comunque rimane il fatto che la maggioranza degli immigrati nei centri di accoglienza, e sono tanti, sono musulmani e i cattolici non se la passano bene se mettono in mostra i propri simboli o praticano il loro credo. Le religioni sono fatte cosí: ti fanno vedere la luce alla fine della vita, ma fanno calare la nebbia su tutto quello che viene prima. 
L´articolo di riferimento lo ho tratto da Il Foglio che di solito non brilla per imparzialitá, ma vabbé leggetelo se volete e prendetene spunto per eventuali riflessioni. 

martedì 28 luglio 2015

L´accoglienza agli immigrati

Quello dell´accoglienza agli immigrati é un argomento sempre caldo. 

Pochi giorni fa sull´argomento é stato pubblicato un interessante articolo su lavoce.   

Ci sono alcuni prospetti interessanti che vale la pena leggere ed esaminare su quanto spendono i principali paesi europei per accogliere gli immigrati in relazione al numero delle domande ricevute (nonché il rapporto tra domande ricevute e accettate). Il dato che manca invece é la spesa dell´accoglienza in relazione al PIL o pro-capite per ogni cittadino "accogliente". 

Non mi dileguo sul contenuto, che mi sembra comunque esposto bene. Faccio solo osservare che, come giustamente fa osservare l´autore stesso, gli importi in euro spesi non rispecchiano il livello di servizi offerti. Su questo andrebbe fatta una analisi aggiuntiva ed approfondita. Riporto: 

"Evidentemente, l’analisi della spesa (complessiva e pro-capite) offre solo uno spunto parziale alla discussione: ulteriori elementi sono da ricercare negli aspetti qualitativi del sistema"


martedì 6 gennaio 2015

Fenomenologia dell´italiano in Svezia

Di italiani in Svezia comincio a conoscerne diversi (nel senso che non sono sempre la stessa persona). La maggior parte risiedono qui in Norrköping assieme a me, altri li conosco solo virtualmente, leggendo i loro blog su internet. 

Ognuno ha un suo personale approccio alla Svezia. Io ho elaborato una personalissima classificazione nelle seguenti tre categorie: 

i TALEBANI. 
I Talebani sono i fanatici della Svezia. Tutto quello che é svedese é automaticamente bello e figo. E non accettano critiche. D´altro canto é anche difficile controbattere perché i gusti sono gusti. Facciamo un esempio estremo: ipotizziamo che uno vi dica "ma guarda che bello questo sasso, come é luminoso e brillante, si vede che é svedese. In Italia non ci sono sassi cosí". Che gli dite? Niente. Io peró li capisco. Qui in Svezia hanno trovato la felicità. Alcuni in Italia erano costretti a lavori poco remunerativi e massacranti e per lo piú senza sbocchi futuri. Qui invece hanno trovato gratificazioni professionali, un reddito di gran lunga migliore e uno stile di vita adagiato/benestante. E´normale che i Talebani siano riusciti a comprarsi una villa in pochi anni. Alcuni hanno pure trovato l´amore o finalmente avuto la possibilitá di mettere sú famiglia. 

i TROLL
i Troll sono esattamente l´opposto dei Talebani. Loro la Svezia la odiano, o la sopportano. E´evidente che sono persone che non si sono mai integrate oppure si sono integrate ma poco e dopo tanti anni. Io credo che la loro esistenza sia dovuta sostanzialmente al fatto che loro la Svezia la hanno "subita" e non scelta. Magari per inseguire l´amore. Ritengo che i Troll abitino in Svezia da molti anni e che quindi abbiano un ricordo romanzato dell´Italia. Ma la cosa strana dei Troll é che loro hanno in odio il fatto che qualcuno possa trovarsi bene in Svezia. Se uno scrive su internet che vuole andare in Svezia a cercare lavoro, loro commentano subito "non ce la farai mai" senza sapere null´altro. A volte penso che i alcuni Troll ci stiano bene in Svezia, ma che ci godino ad essere tra i pochi ad aver fatto una scelta cosí esotica di vivere in un paese estremo su molte cose cose, non solo il clima. 

i LAGOM
Sbrigativamente inserisco nella categoria Lagom tutti coloro che stanno nel mezzo tra le due categorie sopra citate. Questo perché ci sono moltissime sfumature di Lagom. Ci sono quelli che sono contentissimi di vivere in Svezia ma hanno dovuto accettare la mancanza di certe cose e se ne sono fatti una ragione. Per esempio la pizza o l´aperitivo prima di cena con gli amici. Si concentrano sui punti forti della Svezia, come lo stato sociale, l´organizzazione, i ritmi di lavoro, eccetera. Il Lagom mediamente sa riconoscere queste mancanze che fanno infuriare i Talebani: secondo loro infatti non manca proprio niente. La pizza fatta dal siriano sotto casa é buona tanto quanto quella italiana e l´aperitivo lo fanno anche molti bar (che non é vero e non ho mai visto un italiano andarsi a prendere un aperitivo perché é considerata cosa da ubriaconi e infatti nemmeno i Talebani lo fanno). Ci sono anche Lagom che si lamentano di tutto, ma poi ti confidano che alla fin fine qui ci stanno bene e che in Italia non ci tornano nemmeno da morti. Non riescono a capacitarsi del carattere introverso degli svedesi, che la cittá é deserta fino alle 10 del mattino e dopo le 7 di sera, del prezzo dei ristoranti, e della mancanza di opere rinascimentali (come se in Italia andassero a musei tutti i giorni). Per non parlare poi dei ritmi scolastici (che sono particolarmente lenti), della sanitá svedese, eccetera. 

Ho assistito a Talebani che per non sembrare tali cercano di muovere qualche critica leggerissima verso la Svezia ma li senti che non sono convinti di quello che dicono. Una volta uno ha detto che ha lasciato tanto in Italia e che gli manca, per esempio: niente. Anche i Lagom quando parlano tra di loro hanno la fobia di sembrare Talebani e quindi si concentrano piú sui difetti della Svezia che sui pregi, salvo poi riconoscerli tutti. Chi piú, chi meno. 

Concludendo, per trasferirsi in Svezia e vivere felici bisogna avere il giusto approccio psicologico, senza esagerare. Non bisgona farsi fare il lavaggio del cervello dai Talebani o farsi deprimere dai Troll perché l´emigrazione é giá difficile di suo, se poi ci si mettono anche i Troll, ti viene da mandarli a cagare. Peró l´approccio psicologico da solo non basta. Occorre avere anche la mente molto lucida e saper valutare nel dettaglio i punti di forza (opportunità) e difetti di questo paese. Molti miei amici, per esempio, di Vicenza, qui diventerebbero Troll. 

venerdì 30 novembre 2012

R = 1 / B

La Svezia é un paese molto generoso. Dal mio punto di vista pure troppo. 
Ogni anno arrivano decine di migliaia di stranieri da paesi in difficoltá: in particolare da Siria, Somalia e altri paesi del Medio Oriente. Pensate che nella mia classe, dove si insegna svedese per stranieri, su 20 compagni ce sono solo 3 europei (io, mia moglie e una ragazza olandese). Ci sono quattro ragazze che arrivano dall´Oriente (Indonesia, Thailandia, Vietnam e Cina) ed una dagli USA. Tutti gli altri arrivano da Siria, Iran, Iraq,   Pakistan, Turchia, Egitto, Marocco e c´é anche una ragazza di colore dal Camerun. 
La lingua piú utilizzata quindi  per spiegare certe cose quando non ci si riesce in svedese é l´arabo. Segue l´inglese. 

Siccome molte di queste persone arrivano da situazioni catastrofiche (ma anche no), la Svezia permette loro di studiare gratis (come me), ma anche di avere un reddito di 6000 kr (pari a 700 euro) a testa. Quindi una famiglia di 4 persone adulte prende circa 2800 euro al mese. 
Chi sente queste cose per la prima volta penserá che questi rifugiati dovrebbero essere molto grati alla Svezia e dovrebbero comportarsi come chi ha trovato l´Eldorado. E invece non si integrano, non si sforzano di trovare un impiego o di imparare la lingua. Anzi, in alcuni casi, criticano persino quello che gli viene dato. 
Io, che mi considero una persona con la mente aperta e tollerante, faccio fatica qualche volta ad accettare cosí tanta tolleranza da parte del governo Svedese. 
Succede infatti che coloro percepiscono il bidrag sono generalmente le persone che si impegnano di meno anche a scuola. Metá classe lo prende e, guarda caso, metá classe non é stata ammessa all´esame di fine corso che ci sará settimana prossima. L´altra metá della classe é in Svezia per essersi sposata/fidanzata con svedesi (m/f) e, guardacaso, queste sono le persone che si impegnano di piú perché hanno fretta di imparare e di trovarsi un impiego. 
Ecco quindi che ho elaborato la formula  R = 1 / B dove R é il rendimento scolastico e B il bidrag

Devo precisare che il bidrag non é eterno. Se non erro dovrebbe durare un paio di anni, ma non é vincolato a nessun tipo di rendimento scolastico, se non alla semplice frequenza. E´per questo che molti non si perdono una lezione. Un paio di compagni vanno addirittura in un´altro corso perché ricevono dei fondi per andarci. Ma, mi sono informato, sono corsi del tubo, infatti nessuno dei due é stato ammesso. 

Se l´Italia fallisce, possiamo chiedere anche noi il bidrag? Se me lo danno, prometto che la formula diventerá R = B^2 .

lunedì 29 ottobre 2012

Cosa fare per emigrare in Svezia

Avevo giá scritto qualcosina sulla burocrazia per emigrare in Svezia in questo post.
Vi ricordo che l´ambasciata italiana di Stoccolma ha redatto questa guida pratica.
La normativa di riferimento é la legge 716 del 2005. Chiamata appunto utlänningslag (legge sull´immigrazione).
La norma in essa contenuta che piú vi interessa é quella al capitolo 3A, paragrafo 3: uppehållsrätt (trad. diritto di residenza). Essa recita: 


3 § En EES-medborgare har uppehållsrätt om han eller hon 

1. är arbetstagare eller egen företagare i Sverige
3 § Un cittadino europeo ha diritto di residenza se lui o lei

1. é impiegato oppure ha una impresa individuale in Svezia. 

Tradotto in parole ancora piú povere sarebbe: ti facciamo entrare se hai giá un lavoro qui in Svezia. Che ci vuole? starete pensando. Ci vuole che la quasi totalitá dei lavori richiedono la conoscenza piú che buona della lingua svedese e impararla stando in Italia non é proprio una impresa da poco. Diciamo impossibile. Fanno eccezione gli informatici perché quelli parlano tra di loro in linguaggio tipo: [*-2%--LL^]?   No,  [*-2%--LPP^]. Fanno eccezione anche altre categorie di cui c´é talmente bisogno (come i medici) che ti prendono confidando che impari rapidamente. 


2. har kommit till Sverige för att söka arbete och har en verklig möjlighet att få en anställning,
2. é arrivato in Svezia per cercare lavoro o ha una reale possibilitá di trovare una occupazione, 


Tutti voi aspiranti migranti vi sentite parte di questa categoria. Infatti sembra facile. La frase é secondo me alquanto infelice. "per cercare lavoro" infatti é logicamente comprensiva anche della seconda "reale possibilitá di trovare". Sempre secondo me tutta la norma ruota attorno a quell´aggettivo: verklig (reale). Quando uno ha una "reale" possibilitá di trovare lavoro? Secondo me quando ha giá un contratto in mano, o un accordo di contratto. A quel punto puó arrivare tranquillamente in Svezia, tanto per 3 mesi ci puó arrivare qualsiasi turista europeo, fare il contratto definitivo e poi presentare domanda secondo il comma 1. 
Infatti nel modulo della domanda che trovate a questo link, non é prevista l´opzione "ho una reale possibilitá". 
Secondo me hanno una "reale possibilitá" quelli che si fidanzano con le figlie del Re (ecco il termine "reale"), ma quelli non hanno certo da compilare il modulo. 
A proposito, la principessa Madeleine di Svezia qualche giorno fa ha annunciato di sposarsi l´anno prossimo. Andata. (se invece siete di sesso femminile, sappiate che c´é ancora libero il principe Carlo Filippo)



3. är inskriven som studerande vid en erkänd utbildningsanstalt i Sverige och enligt en försäkran om detta har tillräckliga tillgångar för sin och sina familjemedlemmars försörjning samt har en heltäckande sjukförsäkring för sig och familjemedlemmarna som gäller i Sverige,
3. é iscritto come studente in un istituto accreditato in Svezia e la garanzia di disporre di risorse sufficienti per sé e la propria famiglia e dispone di una assicurazione sanitaria per sé e per i propri membri della famiglia

Questa cosa di arrivare da studenti é molto interessante se siete giovanissimi, ma la questione é quella delle risorse per mantenersi e dell´assicurazione che sono riportate pari pari nel comma seguente



4. har tillräckliga tillgångar för sin och sina familjemedlemmars försörjning och har en heltäckande sjukförsäkring för sig och familjemedlemmarna som gäller i Sverige
4. dispone di risorse sufficienti per sé e per la propria famiglia e ha una assicurazione sanitaria per sé e per la propria famiglia. 
Questo comma é il piú utilizzato. Lo ho usato pure io. 
Per dimostrare di avere risorse sufficienti puoi dimostrare di avere una rendita fissa, o una pensione o, brutalmente, far veder l´estratto conto bancario. 
Per quanto riguarda l´assicurazione sanitaria, invece, io all´inizio di quest´anno ho mostrato la TEAM (tessera sanitaria magnetica) che é quella stampata nel retro del tesserino del codice fiscale italiano. E mi é andata bene. Altri che sono arrivati dopo di me hanno avuto maggiori rogne. A loro é stato chiesto di presentare un modello dell´INPS (mi sembra  A1) che viene rilasciato solo in particolari circostanze come i lavoratori che vengono inviati per lavoro in un paese straniero e che per i quali rimane competente l´INPS come istituto di previdenza. 
Mi domando peró se tale modulistica non possa essere sostituita da adeguata polizza assicurativa svedese per coprire il caso di malattia e infortunio. Se avete notizie in merito, fatemelo sapere. 




Quanto vale questo diritto di soggiorno? il sesto comma dello stesso articolo dice espressamente che vale fintantoché le condizioni sono rispettate. Infatti nel mio non c´é una data di scadenza. 
Il paragrafo 6 seguente precisa che se il titolare del diritto di residenza risiede in Svezia per 5 anni ininiterrotti, ottiene un diritto di residenza permanente (permanent uppehållsrätt). 

sabato 29 settembre 2012

Addio paradiso?


A volte non faccio in tempo a scrivere un post che vengo subito smentito. 
Ho appena trovato infatti in rete questo recentissimo video di Lars Kepler, autore svedese. 
Si parla della mutazione che sta subendo la Svezia da qualche anno a questa parte. I toni sono in parte catastrofici, ma io sono qui da troppo poco tempo per giudicare. Secondo voi com´é? Cioé come vedete la faccenda ?


giovedì 13 settembre 2012

Servizi per stranieri

Mi meraviglio quotidianamente di quello che fa lo stato svedese per accogliere gli immigrati. 
Quello della foto é l´edificio dove vado tutti i giorni per fare il corso di svedese. Una struttura di 4 piani con molte aule, quindi insegnanti, tecnici e personale amministrativo. C´é l´aula computer, quella ricreativa con il ping pong, la cucina, l´aula incontro tra studenti e chissá quante altre cose che ancora non ho trovato. Il tutto GRATIS. Non ho speso nemmeno un euro. Mi hanno dato pure il libro. Ma siccome il libro lo dovró consegnare a fine corso intonso, allora mi forniscono quotidianamente anche le fotocopie. Siccome sono previdenti, hanno previsto e mi hanno fornito anche un raccoglitore ad anelli per le fotocopie che mi vengono ovviamente date giá bucate. Insomma, mi sono portato solo una penna biro. 
Io mi impegno molto a studiare svedese ma la maggior parte degli altri alunni invece no. Il motivo é che moltissimi prendono un sussidio (bidrag). 
Anzi, mi impegno cosí tanto che cerco nel tempo libero altri corsi e altre oportunitá per imparare ancora piú rapidamente. Cosí ieri ho visitato un´altra struttura, modernissima anche quella, dove sono stato presentato da un mio compagno di classe iracheno. Non mi hanno molto convinto i metodi di studio di questa associazione ma poi ho intuito che forse molti frequentanti ci vanno perché lí si prende il sussidio a frequentare. Cioé, ripeto, non é solo gratis, ma ti pagano per andarci !!! 
Questo é fuori dalla mia comprensione. 
Lo so cosa state pensando: vado in Svezia anch´io e mi faccio mantenere dallo stato sociale. E invece no. Di solito quelli che ottengono tutti questi aiuti aggiuntivi sono rifugiati e noi italiani non lo siamo. Magari lo saremo, chissá. 
Allora ieri pomeriggio sono andato anche in un bar che é connesso con la biblioteca (fornitissima) cittadina. Lí si organizzano degli incontri tra stranieri per praticare la lingua: si chiamano språkcafe. E cosí ho conosciuto tantissima altra gente da tutto il mondo, parlando svedese.
La scuola, inoltre, organizza corsi aggiuntivi, e si mette in contatto con altre scuole della regione, per insegnare mestieri utili e richiesti. La settimana scorsa é venuta a parlarci una persona dal comune di Mjölby per sponsorizzare un corso per addetti alle pulizie. Oggi invece é venuto un tipo di una azienda controllata dal Comune e dallo Stato che aiuta gli stranieri ad aprire una attivitá economica, anche finanziandola economicamente. 
Per ogni straniero, inoltre, all´Arbetsförmedlingen (l´ufficio collocamento svedese) c´é a disposizione un tutor che ti puó seguire passo passo per trovare un lavoro. 

Insomma, ti insegnano la lingua gratis e si preoccupano di inserirti nella societá anche lavorativamente parlando. Proprio come la legge Bossi-Fini. 

Ripeto: non é che se immigrate qui fate automaticamente la bella vita. Ma almeno vi sentite trattati da esseri umani e con intelligenza.