venerdì 15 marzo 2013

Cercasi filosofo della discriminazione

Io mi considero uno con la mente aperta. No, non sto sanguinando. Anche gli svedesi hanno la mente molto aperta, volendo generalizzare. No, non sanguinano nemmeno loro. Forse anche di piú della mia. Anzi se io mi considero uno che sa accettare le differneze, loro hanno poprio la fobia di sembrare discriminatori. Questa fobia di sembrare discriminatori talvota é talmente accentuata che tendono a premiare le differenze. 

Per esempio ho letto oggi su questo articolo online che é stato depositato un disegno di legge che vuole vietare la definizione di "donna incinta" perché potrebbe essere discriminatorio nei confronti dei transessuali che, avendo cambiato sesso da femmina a maschio, potrebbero aver mantenuto la possibilitá di procreare. 

Oppure un altro esempio arriva dal divieto dell´omino di zenzero perché puó sembrare razzista. 

Ma l´esempio piú lampante é secondo me la scelta di S. Lucia, la tradizionale festa natalizia (del 13 dic.) in cui per tradizione una ragazza bionda si cinge la testa di candele e si veste con il tradizionale vestito bianco e una cintura rossa. L´anno scorso la S. Lucia piú importante del paese, quella di Uppsala, era l´unica di colore. Cioé se su un centinaio di ragazze ce ne era solo una di colore hanno scelto proprio lei per non sembrare discriminatori. 


Sono piú tolleranti del sottoscritto, non c´é che dire. Chapeau !!!

Anche in classe mia, altro esempio, prendono tutti il bidrag (cioé sono mantenuti dallo stato) tranne me perché sono europeo (questa cosa l´ho un po´semplificata, lo so). 

Mi piacerebbe sapere se tra i lettori di questo blog c´é qualcuno che ha studiato filosofia per chiedergli se un eccessivo garantismo puó portare ad un´altra forma di discriminazione. Se c´é batta un colpo. 

Chissá magari riesco anche a guadagnarci da questa cosa. Provate a pensarci. Oggi ho finito la scuola SFI e da giorni ho iniziato a spedire curricula. Non é che magari vengo preferito ad altri locali per il fatto che sono uno straniero? Lo so é impossibile. E allora io ci rimetto sempre? Eccheccacchio. Evvabbé, dai, la prendo con filosofia. 


1 commento:

  1. Se ho capito quello che vuoi dire, il fenomeno di cui tu parli (per lo meno per quanto riguarda il fatto di essere scelti [al lavoro o in altra situazione] per la propria "differenza") si chiama "discriminazione alla rovescia" ed è stato a lungo studiato dalla filosofia politica. Prova a cercare qualcosa a proposito scritto dal filosofo USA Dworkin.

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