giovedì 16 agosto 2012

D - Day


Ci sono finalmente. 
Questo è il primo post che scrivo in territorio svedese. Da ieri sono stabile qui. Mi viene in mente lo sbarco in Normandia, non so perchè, forse per la sua irrevocabilità: o la va o la spacca. 
Avrei voluto raccontare tutte le vicissitudini che ho avuto in queste ultime settimane, ma sono stato coinvolto in un turbinio di eventi che mi hanno reso la vita impossibile per diverso tempo. 
Non so quanti di voi hanno avuto esperienza nell'emigrazione, ma adesso che l'ho vista di prima persona vi posso assicurare che è un casino ... 
Ho dovuto sistemare questioni incredibili con il mio vecchio lavoro al punto che ho lavorato fino al giorno prima della partenza. Siccome ho trovato da affittare il mio vecchio appartamento, ho dovuto liberarlo quasi completamente e ridipingerlo. Ho portato la macchina fino a qui in un paio di giorni di viaggio per poi ritornare in aereo. Mi sono liberato di tonnellate di oggetti personali, alcuni vendendoli, altri regalandoli, altri portandoli all'ecocentro. Ho dovuto salutare tutti e mi sono accorto che alcune persone si sono inaspettatamente commosse. Di conseguenza anch'io, ma non l'ho dato a vedere. Ho dovuto spedire tutte le cose della famiglia con uno spedizioniere che aveva dei tempi insoliti per il fatto che è periodo di ferie. E tanti altri casini.
E così il giorno di ferragosto dell'a.d. 2012 sono partito con un biglietto di sola andata per Norrköping. 

Sono partito con una temperatura esterna di 33° e me ne trovo una di 16°. Si sta proprio bene, ma è una questione anche psicologica. Anche se non posso ancora rilassarmi completamente (ho uno stress accumulato che non immaginate). Già perchè la casa sembra un campo profughi. E in parte lo è. Non ci sono mobili ad eccezione della cucina e di un letto. Non ci sono armadi, mobili, sedie, mensole, tavoli. Questa mattina ho fatto colazione per terra. Poi mi sono messo davanti al pc per scrivere questo post, di nuovo per terra (che mal di schiena). Alle mie spalle una parete di scatoloni. E il pensiero di dover fare un sacco di cose: devo andare in comune per chiedere un posto auto (qui parcheggiare è impossibile), devo andare a sbloccare la carta bancomat, devo organizzarmi per andare da IKEA a prendere semplicemente tutto. E poi montarlo, si intende. Quindi noleggiare un furgone, ecc... Qui in casa manca proprio tutto, persino le lampadine. Quando fa buio si può solo andare a letto.

Ora basta, ho già perso troppo tempo a scrivere questo post: devo andare a liberare Berlino.

2 commenti:

  1. Non parli delle tue donne... non sai in che scatole le hai imballate? O ti devono ancora raggiungere?

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  2. Beh io sono uno di quelli che si è commossi, chettidevo dire,
    di solito non scrivo e non posto quasi mai. Ma la tua storia mi ha veramente toccato molto.

    Forza Braggio ')

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