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mercoledì 30 settembre 2015

Siamo i watussi

Non mi ricordo se ho mai parlato della dimensione degli svedesi. No, non ho visto un film porno svedese, sto parlando dell´altezza. 

Evvabbé starete pensando, si sa che i popoli nordici sono piú alti. Ma io ho avuto modo di constatare che sono mooooolto piú alti, non solo di poco. Cioé, voglio dire, io sono alto esattamente un metro e 80 e mi consideravo una persona medio-alta. Almeno da quando ho raggiunto questa altezza, in prima e seconda superiore ero il piú basso della classe. Ok, ammetto, mi sono sviluppato un po´tardi e sono ancora giovanissimo, anche se esteticamente non sembra. Vabbé, torniamo agli svedesi. Diciamo che da quando ho iniziato a lavorare mi sono reso conto che la mia statura é medio-bassa, invece. 
I miei colleghi maschi svedesi sono tutti piú alti di me. O almeno quelli con i quali lavoro a piú stretto contatto: lavoro in una multinazionale, non posso certo paragonarmi a tutti. Se poi si considera che io sono particolarmente magro, in confronto agli altri sembro denutrito. 
Anche le ragazze sono decisamente alte. Meno di me, ma molto, comunque. 
E allora cerchiamo un po´di notizie su internet. 
In questo sito si riporta la classifica delle dieci nazioni con la statura piú alta. La Svezia é citata come sesta. 
Esiste anche un blog per persone alte, mi sembra di capire: il tallclub. Esso cita l´altezza media degli uomini italiani in 165 cm di altezza e 180 per gli svedesi. (e risulta settima).
Ahh, ma allora non era solo una mia sensazione. Ecco, io mi pongo nella media, quindi. 


Post scriptum: sono passati 50 anni dal lancio di questa canzone, ma vista dalla Svezia sembrano 100 quando sento nominare continuamente la parola "negri". Come suona male: molto politically incorrect. 

domenica 8 marzo 2015

Integrarsi & ambientarsi


Ciao a tutti.

Un lettore (o lettrice) mi ha chiesto se, dopo due anni e mezzo, mi sono ambientato e integrato. Era da un po´che volevo scrivere di questo ma é un argomento complesso a cui non si puó rispondere con un sí o no. Ringrazio quindi per la domanda.

Vorrei partire dalla distinzione tra ambientare e integrare. Due verbi simili ma che esprimono concetti molto diversi.

AMBIENTAZIONE.
L´ambientazione é l´adattarsi ad un determinato ambiente. Da questo punto di vista sono perfettamente ambientato. Mi sento proprio a mio agio nell´ambiente e nella societá in cui vivo. Non mi dá fastidio il freddo, il buio d´inverno o la luce costante d´estate. Non mi dispiace vivere in cittá che non sanno neanche cosa sia stato il rinascimento italiano. Non mi dispiace, anzi adoro, vivere in un posto caratterizzato dalla massiccia presenza di boschi e laghi. Anzi tutte queste cose mi piacciono proprio, al punto che non riesco piú ad immaginarmi una vita senza: sono diventate il mio ambiente. Sto bene qui.
Da un punto di vista sociale vale la stessa cosa. Nel senso che non ho paura di interagire con gli altri, magari per fare una telefonata, o stipulare un contratto o semplicemente camminare per strada sapendo che se qualcuno mi ferma e mi fa una domanda, io non ho paura di sentirmi un pesce fuori dall´acqua, uno che non capisce nemmeno quello che gli viene detto.
Questo é dovuto ad un notevole miglioramento nella conoscenza dello svedese (anche se non sono ancora bravo e forse non lo saró mai) e ad un notevole spirito di adattamento. 
Per inciso, non é che all´inizio avessi paura, ma mi sentivo emigrato in un paese figo che avevo sempre sognato, ma che percepivo come "straniero". Adesso invece questa cosa non la sento piú: é il mio ambiente, dicevo. 

INTEGRAZIONE.
Il concetto di integrazione invece é molto piú difficile da analizzare. Quando una persona é integrata in una societá? Non ho la risposta. 
Vi limito quindi a raccontarvi che qui frequento prevalentemente italiani, ma non mi sento ghettizzato. Un po´perché ho molte cose in comune con questi italiani e quindi si sono create delle amicizie che posso tranquillamente definire forti. Un pó perché con gli svedesi é difficilissimo legare. Mi sono fatto l´idea che la maggior parte non ha la propensione ad invitare amici a casa, magari per cena. Lo fanno di sicuro, ma meno di frequente rispetto ad un italiano medio. Insomma, non si frequentano nemmeno tra di loro. O forse sono stato sfortunato io a incontrare gente che non ne vuole sapere di stringere relazioni sociali.
Comunque sia, svedesi o non, io qui faccio un sacco di vita sociale, molto di piú di quella che facevo in Italia. Quindi non me la sento di dire che gli svedesi fanno poca vita sociale, perché anche moltissimi italiani che conosco in Italia hanno la tendenza a starsene chiusi in casa o di uscire solo con la famiglia.

Concludendo: a prescindere dalle definizioni, sto proprio bene cosí come sto. L´unica cosa che un po´mi preoccupa é che certe volte mi viene l´istinto di andare a vivere in mezzo al bosco, lontano da tutto. Forse perché sto invecchiando o sto diventando un pó svedese (che non so cosa vuol dire). 

giovedì 5 settembre 2013

L´Italia in tv e la pizza avai

Qualche giorno fa ho visto una trasmissione in tv su kanal 5. E´una trasmissione di viaggi, l´equivalente nostro di Turisti per Caso e si chiama "En stark resa". Io se fossi i due protagonisti di Turisti per Caso mi offenderei per il paragone, perché a differenza della versione italiana, in quella svedese hanno messo come due protagonisti due buzzurri ignoranti. 
Uno é magro e alto e porta sempre un cappello da cow boy ed é l´unico che si sforza di parlare con la gente. L´altro invece é un ciccione che non parla mai ed é sempre serio. Le persone meno indicate da avere come compagni di viaggio. 

Sono andati a Roma. Hanno visto il Colosseo e hanno chiesto a uno di quei tizi vestiti da legionari che etá ha la struttura. E poi si sono meravigliati. "ma veramente ha 2000 anni?" ha detto uno. Pochi secondi dopo sono andati diretti a Piazza di Spagna. "ma é solo una gradinata" dice uno. E poi vanno a mangiare. Entrano in una tipica trattoria romana e ordinano primo, secondo e dolce. Quando il cameriere porta la pastasciutta a quello con il cappello, quello gli chiede se puó portare un po´di ketchup. Al che il cameriere fa due passi indietro, inorridito, e ferito nel suo amor proprio e con uno slancio patriottico gli dice che no!, il ketchup non glielo porta. Avrei fatto cosí anch´io. Quando arriva la braciola ai ferri al tipo grassone quello la guarda stupito e dice "solo questa? neanche un po´di salsa sopra?". Ci rimane pure male per il fatto che il piatto conteneva solo la braciola e niente di contorno. In effetti forse qui avrebbe ragione. La nostra abitudine che la verdura va ordinata a parte andrebbe un po´rettificata. Ovviamente poi ordianano due dessert con i frutti di bosco perché un dessert senza frutti di bosco non puó esistere.

Poi hanno noleggiato una Fiat 500 di 40 anni fa che dentro non ci stavano nemmeno e sono andati a visitare una fabbrica di mozzarelle di bufala nella strada per Napoli. Quando hanno visto le bufale (in stalla) il tipo col cappello era spaventatissimo. Diceva che sono animali pericolosissimi al che l´allevatore lo tranquilizzava, ma lui insisteva nel dire che una volta é stato in Africa ed ha imparato che quelli sono animali cattivissimi ed estremamente pericolosi. Per quanto riguarda la mozzarella, credo che non l´abbia nemmeno assaggiata. E anche se la avesse assaggiata non avrebbe capito. 

Dopo di che sono arrivati a Napoli. Lí hanno visitato una fabbrica di caffé ed una pizzeria. In entrambi i posti non hanno trovato nessuno che parlasse inglese, a parte la figlia del titolare della fabbrica di caffé (e qui dobbiamo vergognarci noi). Questo video trovato su internet dimostra alcune scene tratte dall´esperienza napoletana. Il tipo con il cappello, con uno slancio da turista modello si esercita ad imparare due parole in italiano. 
Nella pizzeria invece provano a fare loro la pizza ma sono impediti come lo sarei io in una sala operatoria. Forse complice il fatto che nessuno parlava una lingua compresa dagli altri, non hanno capito nemmeno il signifiato di una pizza che si chiama 4stagioni che viene stranamente divisa in 4 parti. E quello con il cappello (perché, ricordo, l´altro non parla mai) insisteva nel chiedere se la pizzeria facesse anche la pizza Hawaii, cioé quella con l´ananas. Qui in Svezia la pizza piace cosí. Per fortuna che il verace pizzaiolo napoletano non capiva altrimenti lo avrebbe buttato fuori a calci. E si vedeva dall´espressione che pensava che minnchia vuoddí pizza avai. 

martedì 27 novembre 2012

Indovina chi viene a cena


Si dice che gli svedesi siano persone chiuse ed ermetiche. Ed io cerco sempre di dimostrare il contrario ma non ci riesco molto perché é vero. Ma anche no, diciamo non proprio. O quasi.

Una decina di giorni fa ho incontrato casualmente i vicini di casa che stanno al primo piano. Con il calore e la sfacciataggine tipica dell´italiano medio li ho invitati a cena, senza nemmeno sapere come si chiamavano. Una famiglia giovane che ha una bambina di un paio di anni. Questi sono gli svedesi tipo: alti, biondi ed ermetici. 

La cena si é sovolta qualche giorno fa. Sono stati qui solo un´ora e mezza ma é stata una fatica pazzesca. Parlavano infatti a monosillabi e fargli fare una frase di senso compiuto era una difficoltá immane. 
La cena era molto semplice: un antipasto di knäckebröd con sopra spalmato un po´di burro e una fettina di salmone (quindi tipicamente svedese), a seguire il piatto principale che era di spaghetti con tonno, olive nere e capperi (quindi tipicamente italiano). Seguí un dessert a base di strudel. Hanno mangiato tutto a forza. 
Si sono sforzati appena di mostrare un po´di entusiasmo. Per il cibo e per la compagnia. 

Ma la colpa era mia. Gli svedesi non sono pronti per questo tipo di contatto extraterreste del terzo tipo. Sono come i diesel: vanno scaldati. Bisogna conquistare la loro amicizia un po´alla volta. E´per questo che non penso che siano persone chiuse ed ermetiche, ma casomai, li definerei riservati. Ma riservati da chi? 

Posso prenotarne qualcuno anch´io?