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venerdì 6 novembre 2015

Hai voluto la bicicletta?

Heila.

Scusate l´assenza, ma per i distratti, per quelli che hanno la memoria corta e per quelli che sono nuovi visitatori di questo blog (benvenuti, a proposito), confesso che io lavoro a 120 km da casa e tutte le mattine devo prendere la bicicletta, per andare in stazione, prendere il treno, e poi, arrivato a Eskilstuna, prendere il bus. In totale sono 2 ore andare e 2 ore tornare. Tutti i giorni. Capite bene, che uno la sera non é che c´ha tanta energia per scrivere un post, anche se sciocchino. 

Comunque oggi sono in forma ed ho appena letto questo articolo che parla di incidenti in bicicletta. Cavolo !!! interessa anche me che tutte le mattine, alle 6 circa, sfreccio in città come un missile (la cittá pende verso la stazione e quindi per me é tutta discesa all´andata). 

E´stato infatti realizzato in Svezia un casco/air bag per ciclisti.Molto bello e funzionale. Bravi. 


Mi sono soffermato a riflettere invece sui dati riportati alla fine: che in Svezia muoiono 40 ciclisti ogni anno. E mi sono domandato: e in Italia?

Ho trovato la risposta in questo documento della FIAB. Nella terza pagina c´é un grafico che riporta circa 350 decessi/anno. Facendo il rapporto con la popolazione, in Svezia dovrebbero essere 52 (contro i 40 citati nell´articolo ma é un dato del 2007). Dato che non corrisponde con quanto indicato a pagina 6, invece. Lí, un grafico piú chiaro dimostra che i decessi in Italia sono 9 ogni 100mila abitanti contro i 5 della Svezia. Se avete tempo leggete l´articolo perché ci sono cose interessanti tipo che la mortalità di ciclisti in un paese é inversamente proporzionale alla quantitá di ciclisti. Cioé, piú gente usa la bici, migliori diventano le condizioni di sicurezza (vale anche il contrario secondo me). Infatti in Svezia il 7,5% delle persone usano la bici, contro il 4% dell´Italia. Ma la cosa divertente, ho notato io, é che il rimanente 96% degli italiani afferma che andare in bici d´inverno fa troppo freddo. 


domenica 25 ottobre 2015

Ladri di biciclette


E sulle note di questa bella canzoncina di un casino di anni fa, tipo che io ero ancora alle superiori, introduco un argomento topico della Svezia. No, non sono le ragazze e l´aggettivo "topico" vi ha tratto in inganno. Mi riferisco ai furti delle biciclette. 

Degli italiani residenti in Svezia, quasi tutti hanno subito negli ultimi 3 o 4 anni un furto di una bicicletta. 

Vi racconto alcune storie: 
- la famiglia B. un paio di anni fa abitava in centro. Una mattina non hanno piú trovato una delle biciclette che era regolarmente parcheggiata nella rastrelliera di un cortile interno e protetto. Un giorno li invito a pranzo e riconoscono la loro bici parcheggiata davanti a casa mia. Io, subito, giuro di non saperne niente. Loro se la riprendono e la riportano a casa. Il giorno dopo sono andati dalla polizia a ritirare la denuncia. Passano un paio di anni e questi cambiano casa e finiscono in campagna. Mettono un annuncio su un sito di vendite tra privati  per cedere una bici usata di un certo valore, essendo loro appassionati ciclisti. Dopo pochi giorni hanno subíto un furto in garage e solo alcune biciclette sono scomparse. Abbiamo cosí capito che i ladri hanno visto l´annuncio, copiato il numero di telefono, ricercato il nome e l´indirizzo del titolare su internet (qui é tutto cosí trasparente), e colpito a colpo sicuro. 

- alla famiglia DR invece é scomparsa una bici da donna qualche anno fa. Loro non hanno nemmeno fatto denuncia perché chi ci spera piú di trovarla... E invece, dopo un mesetto, ricevono una telefonata della polizia che chiede se, per caso, hanno perso una bicicletta. Ma come facevano a saperlo? E cosí abbiamo scoperto che quando si compra una bici, il negoziante comunica il numero di telaio da qualche parte che poi la polizia ne ha accesso. Figo no? Beh, insomma, 3 settimane fa la moglie della famiglia DR va a lavorare e parcheggia la stessa identica bici all´interno del recinto aziendale che funge da rimessa per bici per i dipendenti. E alla fine del turno non la trova piú. Dopo una decina di giorni, chiama la polizia per chiedere se hanno ri-smarrito la stessa bicicletta di due anni prima. Servizievoli non c´é che dire. (e che culo che c´hanno questi peró). 

- anche ad altri é sparita la bicicletta. Non mi ricordo tutte le storie ma se ne sentono di incredibili. A qualcuno viene rubata persino quando é regolamente inlucchettata dentro la cyckelförråd (la cantina per le biciclette). Pare che molti rubino la bicicletta anche solo per usarla una volta, per utilizzi una-tantum. 

- dimenticavo il sottoscritto. Anch´io ho la mia storia da raccontare. Io uso la bicicletta tutti i giorni per andare fino in stazione (e per tornare anche). A marzo ho dormito fuori (che in lingua svedese ha un verbo apposito: övernatta) per partecipare ad una riunione con i colleghi di due giorni. Bene, l´ho lasciata fuori una notte: sparita. Ed era una bicicletta che mi ero portato dall´Italia, niente di particolare valore, ma insomma, rompe lo stesso. Ho trovato il lucchetto invece, tranciato di brutto.

Secondo me ci sono varie tipologie di ladro, da quello saltuario a quello professionista. E siccome in questo periodo é sempre buio, sicuramente nessuno di loro puó andarsene con la bicicletta rubata canticchiando bello pedalare sotto questo sole, eh ... 



sabato 25 luglio 2015

Campionato europeo XCO 2016

A tutti gli appassionati di mountain bike comunico che l´anno prossimo si svolgerá in Svezia, a Huskvarna il campionato europeo XCO 2016.
Link alla mappa

Link alla notizia





venerdì 9 novembre 2012

C´é da spostare una bici

Quando questa mattina sono uscito di casa faceva -2º.
La bicicletta era, come sempre, all´aperto perché qui non ci sono i garages. Ovvero, ci sono, ma a pagamento e comunque non ce ne sono per tutti. Ma questo é un discorso a parte.
Anche qualche settimana fa la termperatura é andata sotto zero, ma questa volta la notte é stata anche molto umida e ho trovato la bicicletta completamente ghiacciata. La sella era protetta da un sacchetto di plastica, ma il resto era rivestito da un sottile strato di ghiaccio. Chissenefrega, ho pensato. E invece appena azionati  i freni, quello davanti é rimasto azionato e non c´era verso di farlo ritornare in posizione di riposo. 
Siccome era alquanto tardi, sono salito in sella e sono andato a scuola pedalando lo stesso. La situazione tragicomica era che la ruota dietro faceva da ruota motrice e quella davanti da quella frenante. Un attrito bestiale. Inoltre, siccome da una settimana circa ho montato anche il pneumatico con i chiodi sulla ruota davanti, volevo specificare che anche quello contribuisce nel suo piccolo ad aggiungere attrito ad attrito. 
Ci mancava solo la dinamo e poi sarebbe servito un motore a scoppio per fare andare avanti il tutto. 
Dopo qualche ora di lezione, al momento di ritornare a casa, ho ripreso la bici ed era tornata normale, grazie alla temperatura superiore allo zero. 
Ecco che ho capito cosí l´esitenza delle cykel rum. Sono delle case in legno, chiuse a chiave, che servono  per ricoverare le biciclette d´inverno. Io, non avendo la chiave, mi sono disinteressato alla cosa, ma ora ne ho capito l´importanza. Mi sono quindi precipitato nell´ufficio della societá che gestisce il quartiere per chiedere anch´io una copia della chiave, ma era chiuso. 
Adesso ho imparato la lezione. Come ho capito che freno si dice broms e vedrete che adesso questa parola non me la scordo piú. 

giovedì 25 ottobre 2012

Sei ridicolo?


Porto alla vostra attenzione a questo video. 
Spiega come Malmö sia riuscita in pochi anni ad incrementare l´utilizzo delle biciclette a discapito del mezzo privato (auto). 
E´vero che in Italia le piste ciclabili sono poche e male attezzate. Ma la maggior parte degli automobilisti che effettuano quotidianamente spostamenti ridicoli (usando il termine usato dalla campagna pubblicitaria svedese) cercano tutte le scuse per negare l´evidenza della loro pigrizia (e stupiditá in molti casi). 
Un conoscente, giorni fa qui in visita, guardando una pista ciclabile ha sentenziato "eh, ma in Italia non si potrebbero fare, con tutto il caldo che fa d´estate ... " e io ho risposto "e che dire del freddo che fa qui d´inverno?".  

Torniamo al video: il lettore contabiciclette e il compressore gratuito per le biciclette sono identici a quelli che ci sono anche qui a Norrköping. 

Insomma, NO agli spostamenti ridicoli. SI ai blog ridicoli. 


lunedì 20 agosto 2012

la mia prima pedalata

Ieri ho assemblato le biciclette che mi sono portato dall´Italia e oggi ne ho collaudata una. Ma piú che testare la bicicletta, ho voluto testare le mitiche piste ciclabili svedesi. 
Esattamente come previsto, girare in bici per la città é una goduria. Quasi tutte le strade hanno la pista ciclabile e agli incroci ci sono semafori appositi per biciclette. Ma c´é raramente bisogno di chiamare l´ attraversamento ciclabile nelle strade, perché nella maggior parte delle situazioni le strade si restringono appositamente per far passare i ciclisti in modo che gli automobilisti siano quasi costretti a dar loro la precedenza. Il tutto condito da limiti di velocità per le auto molto stringenti e severi. 
L´attenzione per le piste ciclabili é cosí elevata che spesso sono contornate di verde. Questa é una pista ciclabile che ho percorso questa mattina (ero cosí contento che ho fatto pure qualche foto)
Se qualcuno di voi conosce Norrköping saprá che questa é una delle piú belle della cittá, ma dovevo fare un po´ il figo, no?
Sempre a proposito di attenzione per i ciclisti, in centro c´é pure un compressore per gonfiare gli pneumatici delle bici. Ed io ne ho subito approfittato... (ecco la foto).
Figo no? C´é pure un misuratore di biciclette che passano e indica giornalmente quanta CO2 é stata risparmiata grazie alle bici. Ma questa mi pare proprio una esagerazione. 

Comunque si vedeva che non sono abituato, perché qualche volta correvo nella parte riservata alle auto...