domenica 1 maggio 2016

La donzelletta che vien dalla campagna


Heila.

Voglio tornare su un argomento di cui ho giá trattato ma voglio integrarlo con un piccolo aneddoto: la scuola. 

Allora, avevo detto che le scuole svedesi sono senza dubbio piú semplici di quelle italiane. Cominciamo a mettere qualche puntino sulle i. Innanzitutto sto parlando delle elementari per esperienza diretta. No, non sono iscritto alle elementari, ma mia figlia lo é. Non sto facendo paragoni tra la mie esperienza delle elementari in Italia e quelle di mia figlia perché sono passati 35 anni e le cose sono cambiate molto. Il paragone che posso fare é invece tra l´esperienza di mia figlia e le sue amiche rimaste in Italia. 

Il quadro che ne viene fuori é che:
- in Italia ci sono tantissimi compiti per casa, cosa che qui non sanno neanche cosa siano
- i libri. Quando sono stato in Italia l´ultima volta, parlando di questo argomento con un amico, ad un certo punto lui chiama sua figlia (dell´etá della mia) e le dice di preparare lo zaino di scuola del giovedí, perché é il giorno in cui si concentrano tutte le materie. Lo abbiamo pesato: 14 kg. Metá del peso corporeo della bambina. Ma si puó? Un adulto non allenato avrebbe problemi, figuriamoci un bambino, magari gracile. 
- in Svezia i ritmi sono lentiiiiiissssimi. In prima elementare facevano una lettera dell´alfabeto a settimana. Per imparare la tabellina del 10 ci hanno messo un anno. Al contrario dell´Italia dove invece fanno imparare ai bambini poesie a memoria o studiare storia, geografia e tante altre materie nozionistiche. Esatto: nozioni, nozioni, nozioni. Tutte cose che o si studiano, o niente, non ci puoi arrivare per intuito dove stanno i Pirenei o sapere il Sabato del Villaggio a memoria. E cosí un´altra amica di mia figlia, dalle parti di Cesena, soffre di mal di pancia e insonnia prima delle prove, cioé una volta a settimana. Ma si puó soffrire di stress alle elementari? 

La mia riflessione sull´argomento mi ha portato con gli anni a preferire di gran lunga il sistema svedese anche se all´inizio ero un po´critico. Tanto per cominciare mi baso su una semplice constatazione: che se il sistema italiano funzionasse, allora dovremmo essere i piú preparati del pianeta. Invece é esattamente il contrario. Siamo il paese occidentale al mondo con il peggiore tasso di analfabetismo funzionale. Cioé il 47% degli italiani di etá compresa tra 16 e 65 anni sa leggere e scrivere ma non sa interpretare un grafico o riassumere un testo. Cose di utilizzo quotidiano, insomma. Ecco il link. 

Non solo, nelle scuole elementari svedesi insegnano cose di uso pratico. Mia figlia é in terza elementare e sta seguendo un corso di falegnameria e ne ha giá fatto uno di cucito. Sta imparando l´inglese ovviamente e guarda giá cartoni animati in lingua originale inglese con sottotitoli svedesi. 
Ma c´é dell´altro. L´anno scorso in concomitanza con le elezioni politiche, i bambini si sono esercitati alla democrazia, creando partiti fittizi in classe e simulando elezioni. Lo scopo era capire come funziona la democrazia e di come sia importante partecipare (con il voto). Ed era terrorizzata che noi non andassimo a votare per chissá quale ragione. (ci siamo andati ovviamente). 

Un´altra cosa che ha imparato l´anno scorso e sulla quale hanno lavorato molto é di quanto sia importante informarsi da fonti adatte. E cosí mia figlia in seconda elementare mi é venuta a spiegare che un quotidiano deve essere obiettivo, ma noi non possiamo saperlo a priori ed é quindi importante informarsi da piú fonti. Per me che sono italiano, questo é rivoluzionario. E infatti l´Italia é al 77esimo posto al mondo per libertá di stampa. Mi fermo qui perché mi sto inacidendo.... 

Beh, insomma ecco l´aneddoto nuovo. Qualche giorno fa, a tavola, io chiedo a mia figlia cosa hanno fatto a scuola. Lei mi risponde con una domanda: "tu lo sai cos´é il Brexit?". Io penso che ho capito male perforza e non mi viene in mente nessuna parola che ci assomigli, quindi rispondo, che no, non so cosa vuol dire. E allora lei comincia a spiegarmi che anni fa gli stati dell´Europa si sono uniti a formare una comunitá che si chiama EU. Non tutti hanno aderito. Altri hanno aderito, ma hanno mantenuto la loro moneta originaria...... e via cosí. 

Adesso, mi dispiace per Leopardi e per la sua donzelletta che vien dalla campagna, in sul calar del sole, col suo fascio dell´erba, e reca in mano un mazzolin di rose e di viole, ma sono contento che mia figlia studi in Svezia. 

E secondo me sará altrettanto stupefancente la scuola superiore, ma per quella devo aspettare ancora qualche anno. 


sabato 23 aprile 2016

Il vino italiano in Svezia

Siamo scesi al 77esimo posto nel mondo per libertá di stampa. Sempre peggio. Credo che la maggior parte dei problemi dell´italia siano riconducibili a questo indice, ma é un discorso lunghissimo. Diciamo che dobbiamo prendercene conto e informarci su internet, dove ci sono centinaia di blogger e siti di informazione spesso improvvisati, inadeguati e incompetenti per non dire di parte. Ce l´ho persino io un blog, fate voi. 

Ma sul web qualche bravo giornalista c´é. E´difficile scovarli, ma ci sono. 
Io ho avuto il piacere di conoscere personalmente alcune di queste rare eccezioni e un sito di informazione veneto (nel senso che si occupa di temi veneti, non per campanilismo o qualche sorta di leghismo, ma solo per circoscrivere le propria competenza d´azione) ha di recente pubblicato questo articolo qui che parla di come il consumo di vino veneto (insieme a quello toscano e friulano) sia cresciuto enormemente in questi ultimi anni in Svezia. 

La vendita di vino e di tutti gli altri alcolici in Svezia é gestita dal Systembolaget, che ha quindi il monopolio. Una cosa per noi normale come comprare vino al supermercato, qui é fantascienza. Nella cittá di Norrköping, dove vivo, ce ne sono tre di filiali del Systembolaget: uno nella zona dei centri commerciali a nord, uno in centro, e uno in un centro commerciale a sud. Punto. Se vuoi dell´alcool, lá devi andare. 

Un´altra cosa fantascientifica e pagarlo poco. Qui in Svezia l´alcool costa carissimo e le bevande alcooliche sono tassate in modo piú che proporzionale al tasso alcoolico. Quindi una birra costa poco piú che da noi, il vino sensibilmente di piú, il whisky o il rhum un certo numero di volte. 

Tutti i negozi Systembolaget seguono lo stesso stile e ordine. Ci sono tutti i vini bianchi da una parte, i vini rossi da un´altra, i superalcoolici da un´altra, spumanti e altri cosí via. Poi all´interno della categoria vini, gli scaffali sono suddivisi per paese. Quindi ci sono tutti i vini italiani messi assieme sugli stessi scaffali, poi iniziano quelli di un altro paese, etc.  E´quindi per me piacevole constatare quanti vini italiani, specialmente rossi, siano venduti. Della mia regione ce ne sono diversi, ma provengono un po´da tutte le regioni. 

Ecco perché l´articolo non mi stupisce. Ma ho voluto trovare riscontro su siti svedesi e proprio l´ente svedese di cui sopra ha pubblicato questa lista di vini rossi venduti in Svezia nel primo trimestre 2016 tra cui svetta l´Italia con il 30% del vino venduto (e in aumento).
Non male, vero? 

A proposito volete dei prezzi? Li trovate qui: ci sono 839 bottiglie italiane in vendita con il rispettivo prezzo. Ognuno ha i suoi problemi, con la differenza che voi potete berci sú. 






sabato 16 aprile 2016

Intervista a Radio Rock

Hej. 
Ieri sono stato intervistato da Radio Rock: una radio che trasmette dalle parti di Roma, da quello che ho letto nel sito (www. radiorock.it).

In pratica ogni venerdí sera i due presentatori (simpatici da quel che ho potuto sentire) conducono una rubrica intitolata "basta menevado". E quindi chiamano vari espatriati in giro per il mondo. E ieri sera é toccato a me. 

Siccome io sono un fanatico fondamentalista della Svezia, ho fatto traning autogeno prima della trasmissione ed ho cercato di non essere troppo entusiasta, perché io ho sempre questa dannata psicosi di convincere magari qualcuno a venire e che poi si trova male, perché come ho giá detto in questo blog, la Svezia é per tutti, ma non per molti. Spero di non essere stato troppo negativo. 

L´unico commento che viene da dire é che mi sono ascoltato due volte ed ho riscontrato di avere una terribile voce. Per fortuna che non faccio il cantante. Vabbé, se avessi fatto il cantante, sarebbe stato in un gruppo punk e nel punk non serve certo avere la voce come Freddy Mercury (né tantomeno saper suonare spesso). Vabbé cuccatevi l´intervista. 

giovedì 7 aprile 2016

Ho giá votato per il referendum. Dalla Svezia.


Mancano 10 giorni al referendum e io, come spero tutti gli italiani all´estero, ho giá votato. Non prima di esseremi montato la cabina elettorale dell´IKEA in casa. Eh si, perché per i residenti all´estero funziona cosí: ti arriva una busta grande dell´ambasciata con dentro l´originale della scheda elettorale e le istruzioni. In due parole solamente: voti comodamente da casa, metti la scheda elettorale in una busta piccola, che va dentro ad una piú grande insieme al tagliando elettorale e spedisci. Fortunatamente é giá preaffrancata. Il sistema non é proprio sicurissimo, speriamo bene. 

Prima di votare mi sono informato e su internet ci sono tutte le opinioni possibili immaginabili, tranne una, la mia. Vi tocca anche questa. Non sto qui a riepilogarle tutte perché questo post vuole parlare di altro, e voi ne avete due maroni cosí, ma sostanzialmente, non ha senso parlare di estrazioni petrolifere se poi, se ci sono, sono effettuate da multinazionali straniere e i pochi ricavi per la nazione italiana vengono mangiati e sperperati come di consueto. Senza parlare poi dei disagi ambientali (disagi é un eufemismo, notate che raffinatezza di linguaggio). Se la maggioranza degli italiani decidesse che evviva il petrolio, allora sarei dell´idea di fare come la Norvegia che fa confluire tutti gli incassi petroliferi in un fondo pubblico. Cosicché oggi ogni norvegese é sostanzialmente un milionario. Quasi quasi mi trasferisco in Norvegia. In Italia. al posto del fondo pubblico, si potrebbe ripagare il debito pubblico, ma con la attuale classe politica non c´é speranza. Prima bisogna cambiare le condizioni, e poi fare il referendum. Casomai. Fermo restando che investire nel petrolio in un paese bello com l´Italia, non ha proprio senso. 

E in Svezia? Un paese civilissimo, chissá quanti referendum fanno. 
Pochissimi. Ne hanno fatti 6 dal 1922 ad oggi. Ve li elenco:

1922. Proibizione dell´alcool. Vince il no. 
1955. La guida a destra. Vince il no (cioé la guida a sinistra). Nel 67 si introduce la guida a destra. 
1957. Sistema pensionistico finanziato dalle tasse. Vince il si. 
1980. Stop al nucleare. Vince il si. 
1994. Ingresso nella UE. Vince il si. 
2003. Uso dell´euro. Vince il no. 

Come mai cosí pochi? boh. Mi viene da pensare peró che é anche una questione di logica. Cioé, se hai un governo credibile e che cerca di rispettare la volontá popolare (espressa con le elezioni politiche), allora non c´é bisogno di raccogliere milioni di firme per chiedere l´abrogazione delle leggi. C´é una guerra cittadini vs governo. Ma poi tra l´altro le milioni di firme in questo caso non sono state raccolte perché il referendum é stato proposto da 8 regioni. Quindi ci sono anche le regioni vs governo. E tra l´altro regioni governate dallo stesso partito del governo. Governo vs governo. Tutti contro tutti. 

Quindi il quesito referendario non dovrebbe essere "vuoi tu abrogare la legge numero ... eccetera", che tra l´altro é incomprensibile, vedrete quando vi troverete nella cabina elettorale. Casomai il quesito dovrebbe essere: ma "perché lo stiamo facendo?". A proposito, vi consiglio di arrivare al seggio preparati perché io sono uscito dalla mia cabina IKEA e verificato su intenet che cavolo c´é scritto nella scheda, voi invece non potete. 

E adesso viene il bello. I referendum svedesi non sono vincolanti secondo la loro costituzione. Quindi se domani mattina il governo decidesse di tornare al nucleare, o adottare l´euro, lo potrebbe fare benissimo. Cosí come ha cambiato idea negli anni ´50 sulla guida a sinistra. Ma a parte questo caso, non ci penserebbe nemmeno. In Italia invece i referendum sono vincolanti e vengono puntualmente ignorati, come quello sull´acqua pubblica e quello sul nucleare che l´innominabile di Arcore voleva reintrodurre e di fretta. 

Insomma, andate a votare, che ne vale la pena, ma sappiate che c´é un altro sistema (non vi sto invitando a votare col sistema, tipo totocalcio, ci mancherebbe solo questa...).





domenica 27 marzo 2016

La bolla immobiliare svedese


Il prezzo delle case non crollerá MAI !!!!

Infatti... Questo é quello che mi dicevano in diversi (in Italia, intendo) una decina di anni fa. Quello che é successo dopo lo sappiamo tutti. Tanto per fare un esempio, io comprai un appartamento nel 2006 che ora vale un 30% in meno. 

Si poteva prevedere? Cerrrrto che si poteva prevedere, anzi, io lo temevo questo effetto comunemente detto scoppio della bolla immobiliare. Ma ho voluto correre il rischio ugualmente stanco di pagare un affitto di un mini appartamento che era al quarto piano di un condominio senza ascensore e che era gelido d´inverno e un forno d´estate. Praticamente la casa della foto. 

E in Svezia? In Svezia lo scoppio della bolla non c´é stato, ma c´é il terrore che accada. Il motivo é che i prezzi sono cresciuti a ritmi impressionanti nell´ultimo decennio, anche a due cifre in percentuale ogni anno. Nelle grandi cittá (Stockholm, Göteborg, Malmö, ecc) i prezzi sono impossibili e un mini appartamento puó costare milioni di corone (un milione di corone = 108 000 euro). 

I motivi? Sono sostanzialmete i seguenti:
- la mancanza di obblighi di ammortamento. Ebbene sí, da noi é sempre stato che una casa si paga, magari in 30 anni, ma si paga. In Svezia invece é sempre stato diffuso il fenomeno di comprare casa e pagare solo gli interessi, confidando magari sull´aumento del valore nel lungo termine. Questo permetteva, e lo fa tutt´ora, a tanti di comprare case al di sopra delle proprie possiblitá. Alimentandone il mercato. E questo giustifica il dato che gli svedesi sono tra i piú indebitati d´Europa. (noi invece il debito ce lo abbiamo pubblico). 

- tassi di interessi sempre piú bassi

- l´effetto leva di una disponibilitá iniziale richiesta molto bassa. Di solito il 15%: cioé se devi comprare casa di 2 milioni di corone, devi avere in contanti almeno 300 mila corone. Ma poi molti fanno come un mio collega che l´anno scorso ha comprato casa (una villa, mica un monolocale) e non aveva nemmeno quel 15% e cosí si é fatto fare un prestito per poter avere l´altro prestito. Datemi una leva finanziaria e vi compreró il mondo, direbbe oggi Archimede. 

E i prezzi si impennano!!!! (ve lo ricordate Carcarlo Pravettoni?). Esattamente come accadeva in Italia dopo il 2000. In molti ricevevano soldi per comprare case anche finanziati al 100%. Ma a differenza dell´Italia qui c´é un governo che ha a cuore i cittadini e vuole prendere delle misure per contrastare la catastrofe. Lo fanno a modo loro e quindi ci mettono anni, ma lo fanno. Il risultato é che teoricamente (non é certo infatti) a giugno dovrebbe entrare in vigore una nuova legge che sostanzialmente prevede:

- che il 15% di liquiditá iniziale é ufficializzato e non piú discrezione delle singole banche

- che ogni anno devi pagare il 2% del mutuo (oltre agli interessi) fino a quando il mutuo non giunge al 70% del valore della casa. Dopo di che devi pagare il 1% del mutuo fino ad un debito del 50%.

- che questo non vale per le case di nuova costruzione per non penalizzare il mercato, per ora. 

- che la legge si applica solo ai nuovi contratti ma anche a quelli in essere se si fanno rinegoziazioni del debito, per esempio per ristrutturazioni. 

Questo dovrebbe raffreddare un po´il mercato. Si sta pensando anche di togliere la deduzione fiscale sugli interessi che attualmente é al 30%. Vederemo. 
Ma il terrore che scoppi tutto permane. Ho appena letto un post di un blogger svedese che dice di avere soldi per comprarsi una mega villa in contanti ma preferisce stare in affitto. 

Io non ho la sfera di cristallo, ma se dovessi scommettere, direi che la bolla (che c´é) non scoppierá. Ritengo infatti che ci sono quattro fattori che stanno proteggendo il mercato immobiliare svedese al contrario di quanto successo in Italia: 

- la presenza di un governo

- un miglioramento dell´economia. Attualmente l´economia svedese é quella con il miglior tasso di crescita in Europa mentre la crisi in Italia é stata detonante dello scoppio della bolla

- la carenza di immobli. In Italia invece c´era (e c´é) sovrabbondanza di immobli. Ricordo che solo a Vicenza (100mila abitanti) si contavano 1500 appartamenti sfitti e si continuava a costruire. Complice il fatto che non c´é la cultura della manutenzione programmata e che la lottizzazione dei terreni ha da sempre arricchito politici e signorotti locali al punto che non si capiva (non si capisce) dove finisce il potere politico e dove inizia quello economico. 
Qui in Svezia invece si é costruito pochissimo per molti anni. Solo in questi ultimi anni si é iniziato a programmare la creazione di nuovi quartieri, sia per edilizia popolare (spinta anche dal notevole flusso migratorio), sia per quella piú danarosa. 

- lo stesso stato sociale. In Italia infatti, all´acuirsi della crisi, molti hanno dovuto vendere casa oppure gli immobili sono finiti all´asta pignorati dalle banche, svalutandosi. Qui in Svezia invece lo stato sociale fa da cuscinetto per chi é in difficoltá che puó continuare a pagare le proprie rate. 

Io non credo che la bolla scoppi, ma siccome la storia si ripete, appena compro casa io, allora scoppierá la bolla. E´ovvio. 




martedì 16 febbraio 2016

Letterine sparse



Qualche volta capita che dopo pranzo vado a fare una passeggiata con i colleghi. Quando c´é bel tempo, ovviamente, ed oggi era favoloso. Un cielo limpido e terso, azzurrissimo, senza neanche una nuvola. La temperatura di pochi gradi sotto zero, dopo una settimana troppo calda. 

Eravamo solo in due oggi, io e un collega molto piú avanti con gli anni di me. 

Cominciamo a camminare e subito la discussione si orienta sull´apprezzamento dell´azzurro del cielo. Lui dice che é normale in febbraio e marzo che ci siano giornate cosí luminose. Anch´io le apprezzo. Aggiunge che apprezza il ritorno sotto lo zero. Per quasi un mese infatti le temperature sono state molto rigide (comprese tra i -10 e i -20 tutti i giorni) per poi essere seguiti da piú di una settimana sopra lo zero. Infatti domenica scorsa ho fatto una passeggiata nel bosco che faceva +10 gradi. Pazzesco, evvabbé, dicevo che finalmente le temperature sono tornate sotto. E lui mi racconta che la settimana scorsa piú di qualcuno é annegato nei laghi della zona facendo pattinaggio su ghiaccio. Che poi lo so persino io che bisogna stare attentissimi e che ci sono perfino i corsi, le guide e attrezzatura specifica che ti permetta di stare a galla e arrampicarti sul ghiaccio e uscire senza romperlo, perché se si rompe non esci piú. Evvabbé, stavo dicendo della gente che é annegata. Io sto in silenzio e non commento. Lui si sente in colpa per l´argomento e mi domanda se in Italia ci sono sale da pattinaggio sul ghiaccio. Rispondo di si, ma non cosí diffuse come in Svezia. A Vicenza per esempio, eravamo fortunati ad averne uno a poche miglia di distanza: ad Asiago. Eh si, perché gli svedesi contano le distanze in miglia e ogni miglia equivale a 10 km esatti. Vabbé, é facile, ma perché complicarsi la vita e dire che una macchina ha percorso 20 000 miglia invece di 200 000 km? Vabbé gli dico dello stadio di Asiago che é l´unico posto dove io abbia pattinato sul ghiaccio in vita mia. Quante volte sono andato? Due. Vabbé, quindi non pattinate, dice lui, peró magari seguite le partite di hockey in tv. E invece no, dico io perché la tv italiana fa schifo e non fa vedere nessuno sport che non sia il calcio e spesso neanche quello. Bisogna infatti dire che la tv svedese trasmette molto sport. La settimana scorsa hanno trasmesso tutto il campionato europeo di pallamano, tanto per fare un esempio. Ma torniamo alla discussione col collega: pensa, dico io, che ci sono discussioni su internet di italiani che abitano in Svezia che si scambiano notizie sul come vedere la tv italiana in Svezia. Ma chissá cosa gli manca: di che tipo di trasmissione possono aver nostalgia? Il Drive In é finito da quasi trentanni, non puó essere quello. Se io avessi la possibilitá di vedere la tv italiana, probabilmente pagherei per farmi disattivare il servizio. Lui sorride e mi domanda se é vero quello che si dice tra gli svedesi, cioé che nella tv italiana ci sono molte donne nude o quasi. In effetti é vero. Nella tv svedese non ci sono trasmissioni con le letterine, le letteronze, le veline e i corpi di ballo. E´tutta spazzatura, dico io, mi piace, eccome, ma non la guardo. E lui mi capisce. 


sabato 13 febbraio 2016

Scervellati in fuga



Si fa presto a dire "cervelli in fuga". Che ci vuole, sono solo 3 parole... Ma non é solo per questo. Tutti conoscono almeno qualcuno che sia emigrato all´estero, di solito competente e preparato, spessisimo altamente istruito. 

A leggere questo articolo invece pare che non ci sia tutto questo gran flusso migratorio, anche se riconosce che comunque l´Italia fa un po´fatica a tenersi le persone di valore, ma piú o meno in linea con tanti altri paesi. Siamo carenti cronici invece nell´attirare studiosi stranieri. Quindi possiamo dire che abbiamo una bilancia commericiale di cervelli in negativo, ma non che tutti i cervelli scappino. Cosí come non possiamo dire che quelli che scappano sono tutti dei cervelloni. Guardate me per esempio. 


Io qui a Norrköping e vicinanze ho conosciuto diversi italiani che si sono trasferiti con la famiglia e sono tutti medici, ingegneri o informatici. E non é che i cervelli migliori risiedono nelle teste di questi tre tipi di professionisti. Il fatto che loro riescano ad emigrare piú facilmente é perché hanno delle conoscenze e abilitiá (notevoli) che sono richiesti qui in Svezia. Magari ci fosse carenza anche di laureati in storia dell´arte, o filosofia, o scienza della comunicazione che non ho mai capito che roba é. 

Su il Fatto Quotidiano c´é una rubrica intitolata "cervelli in fuga" che uno si aspetta di trovarci storie di geni incompresi in patria e trasformati in mega-star all´estero, invece la maggior parte delle storie sono di gente "qualunque" che va ad aprire una gelateria nel centro Africa o che si trasferisce in Thailandia per amore o negli USA perché "fa figo". 

E poi ci sono i cervelli in fuga veri e propri. Tipo chirurghi che inventano e sperimentano nuove tecniche all´avanguardia ma che poi hanno un modus operandi pressapochista in stile "tarallucci e vino" che magari provoca la morte di alcuni pazienti e guarda un po´: vengono licenziati. Spero che questo non faccia calare un´ombra di sospetto su tutti gli italiani in Svezia. Per caritá, anch´io faccio le mie belle figure di m.... ma non da finire sui giornali. Insomma, un po´ di discrezione. 



(la vignetta é del un mio amico Davide Ceccon)