venerdì 2 settembre 2016

Svezia 3.0


Sj regionaltåg 2112, mot Katrineholm, Eskilstuna, Sala, med avgångstid 6:32 inkommer strax till spår 7a.

Questa é la frase dell´altoparlante della stazione di Norrköping che io ho sentito tutte le mattine per un anno e mezzo fino a l´altro ieri. Annunciava l´arrivo del mio treno. 

Ho trovato su Youtube un video che mostra l´arrivo di un treno sullo stesso binario e nella stessa direzione di quello che prendevo io tutte le mattine alle ore 6:32. C´é pure un po´di neve. Ed io quel binario lo ho visto con tutte le condizioni meteo possibili immaginabili: neve, pioggia, vento, caldo, nebbia e poi in pieno giorno e in piena notte. Ma sempre alle 6:32. E pensare che quando prendevo il treno lo facevo dopo aver pedalato per alcuni chilometri da casa. Che poi a me piace pedalare, ma cosí presto la mattina, a meno venti, col buio, oppure sotto la pioggia e per andare a lavorare, insomma, bisogna essere molto motivati. 

Ed io di motivazione ne avevo a secchi. Perché era il mio primo lavoro in Svezia. Quello che é difficilissimo da ottenere. Poi gli altri arrivano facilmente, perché hai una referenza svedese. Poi ero motivato perché lavoravo alla Volvo, un marchio che non ha bisogno di presentazioni. E poi i colleghi con i quali ho creato un ottimo team affiatato.

Ma come avrete intuito, ho cambiato lavoro. Le motivazioni? Perché avevo avuto tre contratti di fila a tempo determinato e allo scadere dell´ultimo che non era piú rinnovabile, mi hanno detto che non c´era proprio la possibilitá di rimanere, a malincuore. E cosí mi sono guardato intorno, ho trovato una stra-ottima alternativa, forse migliore, e ho dato le dimissioni con un mese di anticipo. E proprio in quel momento mi hanno chiesto di rimanere. Che fare? trasferirmi a Eskilstuna? Dire di no alla nuova azienda che mi ha stimolato tantissimo da un punto di vista professionale? E cosí a stramalincuore ho detto di no ad un contratto a tempo indeterminato alla Volvo ed ora lavoro in una multinazionale che ha una fabbrica a Söderköping, a 19 km da casa mia. 

La mia vita da ieri é cambiata. Perché impiego solo 25 minuti per andare a lavorare contro le due ore di prima, perché ho ottenuto il tanto agognato contratto a tempo indeterminato (vabbé ho 6 mesi di prova ma confido di non fare casini) e vedo un sacco di cose nuove. Peccato per i vecchi colleghi (e le colleghe), ma anche quelli nuovi sembrano simpatici. 

Mi sento che sono entrato nella fase 3 della mia permanenza in Svezia. In una scala che va da 1 a 3 e che ho elaborato da tanto tempo. La fase 1 era il trasferimento, lo studio della lingua da disoccupato in mezzo a centinaia di profughi capitati lí per sbaglio. La fase 2 era caratterizzata dal primo impiego, ovviamente precario, ma seppur impiego. Ed infine la fase 3 caratterizzata dal fatto che finalmente sono credibile per le banche e comprare casa. Ma per questo ci vorrá ancora un annetto minimo... 

Peró ragazzi che fatica...





domenica 28 agosto 2016

Verbi inesistenti

Mi piace constatare che nella lingua svedese ci sono tutta una serie di parole, specialmente verbi, che non ci sono nella lingua italiana.
Provo a farne una lista solo dei verbi (se ve ne vengono in mente altri, scriveteli nei commenti):

- andare in bicicletta
- guidare l´auto
- lavare i piatti
- fare la spesa
- fare una ricerca su google
- inviare una email
- rompere le scatole
- spreparare la tavola
- stare a casa con i figli quando sono ammalati
- spegnere la sigaretta

E questi sono solo i primi che mi vengono in mente.

La cosa buffa é che noi italiani residenti in Svezia spesso colmiamo i buchi della lingua italiana italianizzando questi verbi. E cosí stare a casa con i figli quando sono malati, che si dice "att vabba", diventa in italiano "vabbare": io vabbo, tu vabbi, egli vabba ...

E mi domando come abbiamo fatto a vivere senza?

Anche nella linuga italiana ci sono parole non traducibili in svedese, ma sono quasi tutte parolaccie. Anche i gesti mancano, ma questo é un altro post.






mercoledì 17 agosto 2016

C2 H5 OH


Alcool: ma che bella parola. Ho un sacco di bei ricordi legati ad essa e tanti altri che ne sono stati cancellati. 

Quando sono tornato in Italia alcuni giorni questa estate ho raccontato agli amici (su loro specifica domanda) che l´alcool, in senso lato, in Svezia costa un patrimonio. Ma ho avuto la sensazione che il termine "patrimonio" fosse un eufemismo, invece c´é veramente da spenderci lo stipendio se vuoi fare una festa. 

Oggi vi riporto un po´di cifre. Ebbene sí, perché in Italia ho comprato una quindicina di bottiglie ed ho appena controllato i relativi prezzi svedesi. 

L´amaretto Disaronno costa 340kr che sono pari a 37 euro al litro ed io lo ho pagato 15,50. 
L´amaro Montenegro da cl. 700 costa 350 kr pari a 38 euro ed io lo ho pagato 12,30. Un terzo!!!
L´Aperol da 700ml costa 149kr pari a 16 euro ed io ho pagato 9,60 euro la bottiglia, ma da litro. 

Quest´ultimo é un po´meno conveniente degli altri due, perché, come ho giá spiegato in questo blog, il costo degli alcoolici in Svezia é piú che proporzionale alla gradazione. Quindi, ragionando in termini prettamente economici, avrei dovuto comprare superalcoolici e non amari. Ma io di superacoolici ne bevo di rado. 

Quindi il rapporto di costo tra gli amari tra Italia e Svezia é di 1:2,5 circa. 

Concludendo potete immaginare che se sono venuto in Svezia non é certo per bere.


martedì 2 agosto 2016

Altolá sudore


Rieccomi cari affezzionati lettori dopo un mese di ferie. Un mese !?!?!?!? Esatto, perché qui in Svezia é normale andare in ferie un mese intero, almeno. Dico almeno perché molti ci aggiungono un altro mese di maternitá o paternitá che avevano avazato (su 16 mesi fai presto ad avanzarne alcuni da smaltire in piú anni). 

Insomma, dicevo che sono tornato. Peró io non ho fatto come lo svedese medio che se ne va nella sua stuga o direttamente a casa che usa come campo base per piccole gite fuori porta. No, io sono stato tutto il tempo in sud Europa: Croazia e Italia. 

Due settimane le ho passate in un´isola croata con pochissimo turismo. Io che sono una persona socievole e cerco sempre compagnia, quest´anno avevo bisogno di starmene con la famiglia in un posto appena segnato sulle mappe. Dormire in pineta scandito dal canto delle cicale, anche per fuggire al calore dei 35 gradi del sole, e senza preoccupazione alcuna era quello di cui avevo estremamente bisogno dopo un anno e mezzo di stress senza precedenti. Il mio primo lavoro in Svezia infatti é stato particolarmente impegnativo perché ogni certo numero di mesi mi assegnavano compiti nuovi, e spesso mi sono trovato catapultato a gestire cose importantissime senza sapere esattamente cosa stessi facendo. Come ho fatto a non combinare disastri é un mistero. Il tutto contorniato da una vita fatta di pendolarismo tra Norrköping e Eskilstuna che richede 2 ore andare e 2 tornare ogni giorno e che mi hanno praticamente azzerato la vita privata infrasettimanale. 
Non da ultimo avevo anche bisogno di sentire il caldo quello vero sulla pelle e penetrare nelle ossa, che é una sensazione che mi ricorderó durante l´inverno svedese. 

Sono stato anche una settimana scarsa a Vicenza per trovare amici e parenti e cercare di fare indigestione di pizza. Cosí adesso non ne avró piú voglia per alcuni mesi.

Il mega viaggio in sud Europa lo ho fatto in auto. Complessivamente ho percorso 6400 km. Troppi. E´stato piacevole, mi ha dato un maggior senso di distacco dai casini quotidiani, ma non lo faccio piú. E´stato invece interessante osservare come le temperature, la vegetazione e gli ambienti urbani cambino gradualmente passando da un estremo all´altro dell´Europa. Dalla macchia mediterranea alle foreste di abeti, dai 35 gradi ai 20. Dal caos urbano all´ordine rigoroso. Dall´umido al secco. Ecco, questo vorrei sottolineare che qui in Svezia l´aria é sempre molto secca.

Ho incontrato un amico a Vicenza la settimana scorsa a cui é rimasto impresso del suo viaggio in Svezia che qui non si suda o quasi. Visto? Tutti ci trovano qualcosa di interessante in Svezia. A me invece piace tutto (che pazzo fanatico) e adesso che ho ricaricato le batterie, sono stracontento di essere tornato. 


sabato 2 luglio 2016

Midsommar

E anche quest´anno ho dato di midsommar. 

A meno che non siate come mia nonna di 95 anni che mi ha chiesto come si sta in Svizzera, io ho risposto che sto in Svezia e lei con un "fa lo stesso", dicevo, a meno che non abbiate una ignoranza grassa in materia di paesi nordici, sicurmente avrete sentito parlare almeno una volta di Midsommar, la principale festa svedese che guardacaso significa letteralmente "mezza estate" e si festeggia proprio in concomitanza con il giorno piú lungo dell´anno. 

Anzi, non esattamente il giorno piú lungo (il 21 giugno), ma il sabato piú vicino, quindi tra il 19 e il 25 giugno. Ecco quello é il Midsommar. Peró, come é tradizione in Svezia, quando c´é una festa, si festeggia il giorno prima, quindi il venerdí. Probabilmente perché bisogna prendersi per tempo... Esattamente come il Natale e la Pasqua che si festeggiano tutte il giorno prima.
E cosí il venerdi, del sabato piú vicino al solstizio d´estate, si festeggia. 

Come? Si pianta un palo nel terreno (midsommarstång) adornato di foglie e fiori. Il palo ha in cima due corone di fiori. Ho chiesto a diversi svedesi se la forma del midsommarstången abbia una origine simbolica fallica, probabilmente a simboleggiare la fertilitá del terreno nell´apice del periodo estivo. Quei pochi svedesi a cui ho chiesto erano visibilmente imbarazzati a parlane (che non mi aspettavo in un paese progressista come la Svezia). Allora ho fatto una breve ricerca su internet e pare che il richiamo fallico sia del tutto una coincidenza. Ok, se lo dice Wikipedia, ....

E cosa si fa dopo aver impiantato il palo? 
Si danza tutti attorno. Ci sono 5 o 6 canzoni che sono le stesse in tutte le occasioni di feste tradizionali. Questo é il video fatto da me: 


Tutti arrivano organizzati con teli per sedersi per terra o poltroncine per chi non vuole rinunciare alla comoditá (sopratutto gli anziani). Tutti si portano da casa qualcosa da mangiare e da bere. 
Una persona che é venuta in visita quest´anno e che ha visto il midsommar per la prima volta, si é domandata perché una festa cosí sentita non diventi un ghiotta occasione commerciale per aprire gazebo, banchetti e venditori ambulanti di cianfrusaglie etniche, abbigliamento, giocattoli e altre cose insignificanti made in China cosí come l´immancabile stand gastronomico. Insomma una festa di paese italian style. 
E invece no. Esattamente come é prassi in tutte le feste svedesi, la sobrietá é la parola chiave. Il massimo dell´eccesso é che le ragazze (e le bambine) si adornino i capelli con una corona di fiori. Qualcuno riesce anche a mettersi qualche abito storico. 

Insomma, la dicotomia é che il midsommar é al contempo un must, ma anche niente di speciale o in grande stile. Forse é un must proprio perché é tipicamente svedese. 






sabato 11 giugno 2016

La festa di maturitá in Svezia


Questi sono i giorni dello Studenten: una festa tipica di questo periodo che vede protagonisti tutti i ragazzi/e che si diplomano. 
Tutti i diplomati ricevono (anzi, si comprano) un cappello da marinaio con il loro nome e quello della scuola da cui stanno uscendo. E lo portano per giorni e giorni, e cosí i giovani diplomati si riconoscono lontano un chilometro. 
L´anno scorso chiesi ad una mia collega quale sia l´origine di questa cosa del cappello e non lo sapeva. Ho chiesto se per caso c´é qualche affinitá con il fatto che anche il Re, nelle occasioni importanti, ha come vestito da cerimonia, l´alta divisa da ufficiale di marina. Mi rispose: "non ci ho mai fatto caso". In effetti, anche leggendo wikipedia, sembra che non ci sia alcuna correlazione. Mah. 

I festeggiamenti degli studenti raggiungo il loro apice (credo) quando salgono su carri e vanno in giro per la cittá a ritmo di musica disco. In effetti non riesco ad immaginare cosa accade poi di notte... Quello che ho postato sopra é un video che ho fatto io ieri a Norrköping, nei pressi della stazione. 

Mi piace come tradizione e mi dispiace che in Italia non ci sia niente di simile. Provo un pizzico di invidia. 

giovedì 9 giugno 2016

L´assegno del contrassegno

Ho un amico che su Feisbuc qualche giorno fa ha scritto il seguente post:

Dubbi Assicurazione auto: quando ti spacciano l'innovazione come rivoluzionaria ma poi devi fare i conti con la realtà visto che siamo sempre in Itaglia.
Ho deciso di rinnovare l'RCA della macchina cambiando assicurazione, quindi informandomi, scopro che dal 18 ottobre 2015 non c'è più l'obbligo di esporre il tagliando, visto che lo stato assicurativo del mezzo da quel momento risulta sul sistema online, "bene!" penso e aggiungo: "era ora!".
Mi reco quindi all'agenzia prescelta, quella che ho scoperto fare il prezzo più vantaggioso per me. Firmo il contratto, pagine, su pagine che manco stessi a fare il rogito per comprare il Colosseo e, finalmente, mi rilasciano la documentazione, alla fine torno a casa e vengo assalito dai dubbi:1) Sul contrassegno, quello giallo per intenderci, c'è una grossa scritta in stampatello: "ANNULLATO", perché non ci sono scritte le tipiche informazioni di sempre: targa, tipo autoveicolo e scadenza? Che senso ha questa scritta? Il contrassegno in questo stato è valido?
2) La legge non prevede più l'obbligo di esporre il contrassegno (http://goo.gl/a5Y4Ga), ma di portarselo dietro in caso di controllo da parte delle forze dell'ordine si... dove starebbe l'innovazione?
3) Mi dicono che posso scaricare il file in PDF del contrassegno e portarlo in macchina "perché ha lo stesso valore legale di quello originale", è vero? Eppure leggo in rete (http://goo.gl/YBEJDp) che c'è chi è stato multato per questo, qualcuno azzarda l'ipotesi che forse l'agente accertatore non conosceva bene le disposizioni... chi ha ragione? Insomma, la stampa del PDF vale come l'originale?
4) Dappertutto leggo che per cambiare compagnia assicurativa, non è necessario fare alcunché, è tutto automatico: invece ho scoperto che questo è vero in teoria, ma se sul vecchio contratto è previsto diversamente, per la recessione, è necessario inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno nei tempi previsti, altrimenti si potrebbe essere chiamati a corrispondere una penale salata... quindi attenzione!
Ma perché in Italia le disposizioni non sono mai chiare?
C'è sempre chi dice una cosa e chi l'esatto contrario e tu non sai mai se stai facendo la cosa giusta con il rischio di sbagliare... e se pensi che leggendo il testo della Legge tutto ti sia più chiaro, si vede che non hai mai letto una Legge italiana!

E ora un mio recentissimo aneddoto sulla Svezia. 
Ebbene sí, ho comprato un´auto nuova. Non vi dico quale, ma niente di lussuoso. Due giorni fa il concessionario mi dice che finalmente é arrivata e posso ritirarla lunedí pomeriggio. Nella email c´é anche il numero di targa. Allora io penso che mi serve l´assicurazione e mi domando: riusciró a fare tutto in giornata? Intendo dire, fare l´assicurazione lunedí, pagarla, e ritirare la macchina nel pomeriggio? Aspetta che telefono e chiedo. 
Una signora gentile mi dice che si, ce la faccio, e mi trasmette il messaggio: ma perché di preoccupi? Ed in effetti non aveva nemmeno capito all´inizio. Quindi ci vediamo lunedí mattina, dico io. A che ora aprite? Risposta: il servizio telefonico apre alle 8. Io: chissenefrega del servizio telefonico, io devo venire a firmare il contratto. La signora gentile: ma che contratto, si puó fare per telefono, non si scomodi di venire fino qui. Allora io la metto alla prova: ma se si puó fare al telefono allora si potrebbe fare anche ora? Certo!, risponde. 
Le dico la targa e il mio codice fiscale e lei ha giá tutti i dati della macchina anche se é stata appena immatricolata. Mi chiede da quando voglio la decorrenza e specifico da lunedí prossimo. 
Fatto. 

Come fatto? e il pagamento? Ti arriva a casa la fattura e la paghi entro tot giorni. 
E il contrassegno? Che contrassegno? Domanda lei sbalordita. 
Non ci vuole una qualche carta da portare con me in auto che dimostri che sono assicurato? Nooooo. Quando mai!!! Se la polizia ti ferma, e vuole controllare se sei assicurato, controlla online con il numero di targa. 

Pratica finita. 


domenica 1 maggio 2016

La donzelletta che vien dalla campagna


Heila.

Voglio tornare su un argomento di cui ho giá trattato ma voglio integrarlo con un piccolo aneddoto: la scuola. 

Allora, avevo detto che le scuole svedesi sono senza dubbio piú semplici di quelle italiane. Cominciamo a mettere qualche puntino sulle i. Innanzitutto sto parlando delle elementari per esperienza diretta. No, non sono iscritto alle elementari, ma mia figlia lo é. Non sto facendo paragoni tra la mie esperienza delle elementari in Italia e quelle di mia figlia perché sono passati 35 anni e le cose sono cambiate molto. Il paragone che posso fare é invece tra l´esperienza di mia figlia e le sue amiche rimaste in Italia. 

Il quadro che ne viene fuori é che:
- in Italia ci sono tantissimi compiti per casa, cosa che qui non sanno neanche cosa siano
- i libri. Quando sono stato in Italia l´ultima volta, parlando di questo argomento con un amico, ad un certo punto lui chiama sua figlia (dell´etá della mia) e le dice di preparare lo zaino di scuola del giovedí, perché é il giorno in cui si concentrano tutte le materie. Lo abbiamo pesato: 14 kg. Metá del peso corporeo della bambina. Ma si puó? Un adulto non allenato avrebbe problemi, figuriamoci un bambino, magari gracile. 
- in Svezia i ritmi sono lentiiiiiissssimi. In prima elementare facevano una lettera dell´alfabeto a settimana. Per imparare la tabellina del 10 ci hanno messo un anno. Al contrario dell´Italia dove invece fanno imparare ai bambini poesie a memoria o studiare storia, geografia e tante altre materie nozionistiche. Esatto: nozioni, nozioni, nozioni. Tutte cose che o si studiano, o niente, non ci puoi arrivare per intuito dove stanno i Pirenei o sapere il Sabato del Villaggio a memoria. E cosí un´altra amica di mia figlia, dalle parti di Cesena, soffre di mal di pancia e insonnia prima delle prove, cioé una volta a settimana. Ma si puó soffrire di stress alle elementari? 

La mia riflessione sull´argomento mi ha portato con gli anni a preferire di gran lunga il sistema svedese anche se all´inizio ero un po´critico. Tanto per cominciare mi baso su una semplice constatazione: che se il sistema italiano funzionasse, allora dovremmo essere i piú preparati del pianeta. Invece é esattamente il contrario. Siamo il paese occidentale al mondo con il peggiore tasso di analfabetismo funzionale. Cioé il 47% degli italiani di etá compresa tra 16 e 65 anni sa leggere e scrivere ma non sa interpretare un grafico o riassumere un testo. Cose di utilizzo quotidiano, insomma. Ecco il link. 

Non solo, nelle scuole elementari svedesi insegnano cose di uso pratico. Mia figlia é in terza elementare e sta seguendo un corso di falegnameria e ne ha giá fatto uno di cucito. Sta imparando l´inglese ovviamente e guarda giá cartoni animati in lingua originale inglese con sottotitoli svedesi. 
Ma c´é dell´altro. L´anno scorso in concomitanza con le elezioni politiche, i bambini si sono esercitati alla democrazia, creando partiti fittizi in classe e simulando elezioni. Lo scopo era capire come funziona la democrazia e di come sia importante partecipare (con il voto). Ed era terrorizzata che noi non andassimo a votare per chissá quale ragione. (ci siamo andati ovviamente). 

Un´altra cosa che ha imparato l´anno scorso e sulla quale hanno lavorato molto é di quanto sia importante informarsi da fonti adatte. E cosí mia figlia in seconda elementare mi é venuta a spiegare che un quotidiano deve essere obiettivo, ma noi non possiamo saperlo a priori ed é quindi importante informarsi da piú fonti. Per me che sono italiano, questo é rivoluzionario. E infatti l´Italia é al 77esimo posto al mondo per libertá di stampa. Mi fermo qui perché mi sto inacidendo.... 

Beh, insomma ecco l´aneddoto nuovo. Qualche giorno fa, a tavola, io chiedo a mia figlia cosa hanno fatto a scuola. Lei mi risponde con una domanda: "tu lo sai cos´é il Brexit?". Io penso che ho capito male perforza e non mi viene in mente nessuna parola che ci assomigli, quindi rispondo, che no, non so cosa vuol dire. E allora lei comincia a spiegarmi che anni fa gli stati dell´Europa si sono uniti a formare una comunitá che si chiama EU. Non tutti hanno aderito. Altri hanno aderito, ma hanno mantenuto la loro moneta originaria...... e via cosí. 

Adesso, mi dispiace per Leopardi e per la sua donzelletta che vien dalla campagna, in sul calar del sole, col suo fascio dell´erba, e reca in mano un mazzolin di rose e di viole, ma sono contento che mia figlia studi in Svezia. 

E secondo me sará altrettanto stupefancente la scuola superiore, ma per quella devo aspettare ancora qualche anno. 


sabato 23 aprile 2016

Il vino italiano in Svezia

Siamo scesi al 77esimo posto nel mondo per libertá di stampa. Sempre peggio. Credo che la maggior parte dei problemi dell´italia siano riconducibili a questo indice, ma é un discorso lunghissimo. Diciamo che dobbiamo prendercene conto e informarci su internet, dove ci sono centinaia di blogger e siti di informazione spesso improvvisati, inadeguati e incompetenti per non dire di parte. Ce l´ho persino io un blog, fate voi. 

Ma sul web qualche bravo giornalista c´é. E´difficile scovarli, ma ci sono. 
Io ho avuto il piacere di conoscere personalmente alcune di queste rare eccezioni e un sito di informazione veneto (nel senso che si occupa di temi veneti, non per campanilismo o qualche sorta di leghismo, ma solo per circoscrivere le propria competenza d´azione) ha di recente pubblicato questo articolo qui che parla di come il consumo di vino veneto (insieme a quello toscano e friulano) sia cresciuto enormemente in questi ultimi anni in Svezia. 

La vendita di vino e di tutti gli altri alcolici in Svezia é gestita dal Systembolaget, che ha quindi il monopolio. Una cosa per noi normale come comprare vino al supermercato, qui é fantascienza. Nella cittá di Norrköping, dove vivo, ce ne sono tre di filiali del Systembolaget: uno nella zona dei centri commerciali a nord, uno in centro, e uno in un centro commerciale a sud. Punto. Se vuoi dell´alcool, lá devi andare. 

Un´altra cosa fantascientifica e pagarlo poco. Qui in Svezia l´alcool costa carissimo e le bevande alcooliche sono tassate in modo piú che proporzionale al tasso alcoolico. Quindi una birra costa poco piú che da noi, il vino sensibilmente di piú, il whisky o il rhum un certo numero di volte. 

Tutti i negozi Systembolaget seguono lo stesso stile e ordine. Ci sono tutti i vini bianchi da una parte, i vini rossi da un´altra, i superalcoolici da un´altra, spumanti e altri cosí via. Poi all´interno della categoria vini, gli scaffali sono suddivisi per paese. Quindi ci sono tutti i vini italiani messi assieme sugli stessi scaffali, poi iniziano quelli di un altro paese, etc.  E´quindi per me piacevole constatare quanti vini italiani, specialmente rossi, siano venduti. Della mia regione ce ne sono diversi, ma provengono un po´da tutte le regioni. 

Ecco perché l´articolo non mi stupisce. Ma ho voluto trovare riscontro su siti svedesi e proprio l´ente svedese di cui sopra ha pubblicato questa lista di vini rossi venduti in Svezia nel primo trimestre 2016 tra cui svetta l´Italia con il 30% del vino venduto (e in aumento).
Non male, vero? 

A proposito volete dei prezzi? Li trovate qui: ci sono 839 bottiglie italiane in vendita con il rispettivo prezzo. Ognuno ha i suoi problemi, con la differenza che voi potete berci sú. 






sabato 16 aprile 2016

Intervista a Radio Rock

Hej. 
Ieri sono stato intervistato da Radio Rock: una radio che trasmette dalle parti di Roma, da quello che ho letto nel sito (www. radiorock.it).

In pratica ogni venerdí sera i due presentatori (simpatici da quel che ho potuto sentire) conducono una rubrica intitolata "basta menevado". E quindi chiamano vari espatriati in giro per il mondo. E ieri sera é toccato a me. 

Siccome io sono un fanatico fondamentalista della Svezia, ho fatto traning autogeno prima della trasmissione ed ho cercato di non essere troppo entusiasta, perché io ho sempre questa dannata psicosi di convincere magari qualcuno a venire e che poi si trova male, perché come ho giá detto in questo blog, la Svezia é per tutti, ma non per molti. Spero di non essere stato troppo negativo. 

L´unico commento che viene da dire é che mi sono ascoltato due volte ed ho riscontrato di avere una terribile voce. Per fortuna che non faccio il cantante. Vabbé, se avessi fatto il cantante, sarebbe stato in un gruppo punk e nel punk non serve certo avere la voce come Freddy Mercury (né tantomeno saper suonare spesso). Vabbé cuccatevi l´intervista. 

giovedì 7 aprile 2016

Ho giá votato per il referendum. Dalla Svezia.


Mancano 10 giorni al referendum e io, come spero tutti gli italiani all´estero, ho giá votato. Non prima di esseremi montato la cabina elettorale dell´IKEA in casa. Eh si, perché per i residenti all´estero funziona cosí: ti arriva una busta grande dell´ambasciata con dentro l´originale della scheda elettorale e le istruzioni. In due parole solamente: voti comodamente da casa, metti la scheda elettorale in una busta piccola, che va dentro ad una piú grande insieme al tagliando elettorale e spedisci. Fortunatamente é giá preaffrancata. Il sistema non é proprio sicurissimo, speriamo bene. 

Prima di votare mi sono informato e su internet ci sono tutte le opinioni possibili immaginabili, tranne una, la mia. Vi tocca anche questa. Non sto qui a riepilogarle tutte perché questo post vuole parlare di altro, e voi ne avete due maroni cosí, ma sostanzialmente, non ha senso parlare di estrazioni petrolifere se poi, se ci sono, sono effettuate da multinazionali straniere e i pochi ricavi per la nazione italiana vengono mangiati e sperperati come di consueto. Senza parlare poi dei disagi ambientali (disagi é un eufemismo, notate che raffinatezza di linguaggio). Se la maggioranza degli italiani decidesse che evviva il petrolio, allora sarei dell´idea di fare come la Norvegia che fa confluire tutti gli incassi petroliferi in un fondo pubblico. Cosicché oggi ogni norvegese é sostanzialmente un milionario. Quasi quasi mi trasferisco in Norvegia. In Italia. al posto del fondo pubblico, si potrebbe ripagare il debito pubblico, ma con la attuale classe politica non c´é speranza. Prima bisogna cambiare le condizioni, e poi fare il referendum. Casomai. Fermo restando che investire nel petrolio in un paese bello com l´Italia, non ha proprio senso. 

E in Svezia? Un paese civilissimo, chissá quanti referendum fanno. 
Pochissimi. Ne hanno fatti 6 dal 1922 ad oggi. Ve li elenco:

1922. Proibizione dell´alcool. Vince il no. 
1955. La guida a destra. Vince il no (cioé la guida a sinistra). Nel 67 si introduce la guida a destra. 
1957. Sistema pensionistico finanziato dalle tasse. Vince il si. 
1980. Stop al nucleare. Vince il si. 
1994. Ingresso nella UE. Vince il si. 
2003. Uso dell´euro. Vince il no. 

Come mai cosí pochi? boh. Mi viene da pensare peró che é anche una questione di logica. Cioé, se hai un governo credibile e che cerca di rispettare la volontá popolare (espressa con le elezioni politiche), allora non c´é bisogno di raccogliere milioni di firme per chiedere l´abrogazione delle leggi. C´é una guerra cittadini vs governo. Ma poi tra l´altro le milioni di firme in questo caso non sono state raccolte perché il referendum é stato proposto da 8 regioni. Quindi ci sono anche le regioni vs governo. E tra l´altro regioni governate dallo stesso partito del governo. Governo vs governo. Tutti contro tutti. 

Quindi il quesito referendario non dovrebbe essere "vuoi tu abrogare la legge numero ... eccetera", che tra l´altro é incomprensibile, vedrete quando vi troverete nella cabina elettorale. Casomai il quesito dovrebbe essere: ma "perché lo stiamo facendo?". A proposito, vi consiglio di arrivare al seggio preparati perché io sono uscito dalla mia cabina IKEA e verificato su intenet che cavolo c´é scritto nella scheda, voi invece non potete. 

E adesso viene il bello. I referendum svedesi non sono vincolanti secondo la loro costituzione. Quindi se domani mattina il governo decidesse di tornare al nucleare, o adottare l´euro, lo potrebbe fare benissimo. Cosí come ha cambiato idea negli anni ´50 sulla guida a sinistra. Ma a parte questo caso, non ci penserebbe nemmeno. In Italia invece i referendum sono vincolanti e vengono puntualmente ignorati, come quello sull´acqua pubblica e quello sul nucleare che l´innominabile di Arcore voleva reintrodurre e di fretta. 

Insomma, andate a votare, che ne vale la pena, ma sappiate che c´é un altro sistema (non vi sto invitando a votare col sistema, tipo totocalcio, ci mancherebbe solo questa...).





domenica 27 marzo 2016

La bolla immobiliare svedese


Il prezzo delle case non crollerá MAI !!!!

Infatti... Questo é quello che mi dicevano in diversi (in Italia, intendo) una decina di anni fa. Quello che é successo dopo lo sappiamo tutti. Tanto per fare un esempio, io comprai un appartamento nel 2006 che ora vale un 30% in meno. 

Si poteva prevedere? Cerrrrto che si poteva prevedere, anzi, io lo temevo questo effetto comunemente detto scoppio della bolla immobiliare. Ma ho voluto correre il rischio ugualmente stanco di pagare un affitto di un mini appartamento che era al quarto piano di un condominio senza ascensore e che era gelido d´inverno e un forno d´estate. Praticamente la casa della foto. 

E in Svezia? In Svezia lo scoppio della bolla non c´é stato, ma c´é il terrore che accada. Il motivo é che i prezzi sono cresciuti a ritmi impressionanti nell´ultimo decennio, anche a due cifre in percentuale ogni anno. Nelle grandi cittá (Stockholm, Göteborg, Malmö, ecc) i prezzi sono impossibili e un mini appartamento puó costare milioni di corone (un milione di corone = 108 000 euro). 

I motivi? Sono sostanzialmete i seguenti:
- la mancanza di obblighi di ammortamento. Ebbene sí, da noi é sempre stato che una casa si paga, magari in 30 anni, ma si paga. In Svezia invece é sempre stato diffuso il fenomeno di comprare casa e pagare solo gli interessi, confidando magari sull´aumento del valore nel lungo termine. Questo permetteva, e lo fa tutt´ora, a tanti di comprare case al di sopra delle proprie possiblitá. Alimentandone il mercato. E questo giustifica il dato che gli svedesi sono tra i piú indebitati d´Europa. (noi invece il debito ce lo abbiamo pubblico). 

- tassi di interessi sempre piú bassi

- l´effetto leva di una disponibilitá iniziale richiesta molto bassa. Di solito il 15%: cioé se devi comprare casa di 2 milioni di corone, devi avere in contanti almeno 300 mila corone. Ma poi molti fanno come un mio collega che l´anno scorso ha comprato casa (una villa, mica un monolocale) e non aveva nemmeno quel 15% e cosí si é fatto fare un prestito per poter avere l´altro prestito. Datemi una leva finanziaria e vi compreró il mondo, direbbe oggi Archimede. 

E i prezzi si impennano!!!! (ve lo ricordate Carcarlo Pravettoni?). Esattamente come accadeva in Italia dopo il 2000. In molti ricevevano soldi per comprare case anche finanziati al 100%. Ma a differenza dell´Italia qui c´é un governo che ha a cuore i cittadini e vuole prendere delle misure per contrastare la catastrofe. Lo fanno a modo loro e quindi ci mettono anni, ma lo fanno. Il risultato é che teoricamente (non é certo infatti) a giugno dovrebbe entrare in vigore una nuova legge che sostanzialmente prevede:

- che il 15% di liquiditá iniziale é ufficializzato e non piú discrezione delle singole banche

- che ogni anno devi pagare il 2% del mutuo (oltre agli interessi) fino a quando il mutuo non giunge al 70% del valore della casa. Dopo di che devi pagare il 1% del mutuo fino ad un debito del 50%.

- che questo non vale per le case di nuova costruzione per non penalizzare il mercato, per ora. 

- che la legge si applica solo ai nuovi contratti ma anche a quelli in essere se si fanno rinegoziazioni del debito, per esempio per ristrutturazioni. 

Questo dovrebbe raffreddare un po´il mercato. Si sta pensando anche di togliere la deduzione fiscale sugli interessi che attualmente é al 30%. Vederemo. 
Ma il terrore che scoppi tutto permane. Ho appena letto un post di un blogger svedese che dice di avere soldi per comprarsi una mega villa in contanti ma preferisce stare in affitto. 

Io non ho la sfera di cristallo, ma se dovessi scommettere, direi che la bolla (che c´é) non scoppierá. Ritengo infatti che ci sono quattro fattori che stanno proteggendo il mercato immobiliare svedese al contrario di quanto successo in Italia: 

- la presenza di un governo

- un miglioramento dell´economia. Attualmente l´economia svedese é quella con il miglior tasso di crescita in Europa mentre la crisi in Italia é stata detonante dello scoppio della bolla

- la carenza di immobli. In Italia invece c´era (e c´é) sovrabbondanza di immobli. Ricordo che solo a Vicenza (100mila abitanti) si contavano 1500 appartamenti sfitti e si continuava a costruire. Complice il fatto che non c´é la cultura della manutenzione programmata e che la lottizzazione dei terreni ha da sempre arricchito politici e signorotti locali al punto che non si capiva (non si capisce) dove finisce il potere politico e dove inizia quello economico. 
Qui in Svezia invece si é costruito pochissimo per molti anni. Solo in questi ultimi anni si é iniziato a programmare la creazione di nuovi quartieri, sia per edilizia popolare (spinta anche dal notevole flusso migratorio), sia per quella piú danarosa. 

- lo stesso stato sociale. In Italia infatti, all´acuirsi della crisi, molti hanno dovuto vendere casa oppure gli immobili sono finiti all´asta pignorati dalle banche, svalutandosi. Qui in Svezia invece lo stato sociale fa da cuscinetto per chi é in difficoltá che puó continuare a pagare le proprie rate. 

Io non credo che la bolla scoppi, ma siccome la storia si ripete, appena compro casa io, allora scoppierá la bolla. E´ovvio. 




martedì 16 febbraio 2016

Letterine sparse



Qualche volta capita che dopo pranzo vado a fare una passeggiata con i colleghi. Quando c´é bel tempo, ovviamente, ed oggi era favoloso. Un cielo limpido e terso, azzurrissimo, senza neanche una nuvola. La temperatura di pochi gradi sotto zero, dopo una settimana troppo calda. 

Eravamo solo in due oggi, io e un collega molto piú avanti con gli anni di me. 

Cominciamo a camminare e subito la discussione si orienta sull´apprezzamento dell´azzurro del cielo. Lui dice che é normale in febbraio e marzo che ci siano giornate cosí luminose. Anch´io le apprezzo. Aggiunge che apprezza il ritorno sotto lo zero. Per quasi un mese infatti le temperature sono state molto rigide (comprese tra i -10 e i -20 tutti i giorni) per poi essere seguiti da piú di una settimana sopra lo zero. Infatti domenica scorsa ho fatto una passeggiata nel bosco che faceva +10 gradi. Pazzesco, evvabbé, dicevo che finalmente le temperature sono tornate sotto. E lui mi racconta che la settimana scorsa piú di qualcuno é annegato nei laghi della zona facendo pattinaggio su ghiaccio. Che poi lo so persino io che bisogna stare attentissimi e che ci sono perfino i corsi, le guide e attrezzatura specifica che ti permetta di stare a galla e arrampicarti sul ghiaccio e uscire senza romperlo, perché se si rompe non esci piú. Evvabbé, stavo dicendo della gente che é annegata. Io sto in silenzio e non commento. Lui si sente in colpa per l´argomento e mi domanda se in Italia ci sono sale da pattinaggio sul ghiaccio. Rispondo di si, ma non cosí diffuse come in Svezia. A Vicenza per esempio, eravamo fortunati ad averne uno a poche miglia di distanza: ad Asiago. Eh si, perché gli svedesi contano le distanze in miglia e ogni miglia equivale a 10 km esatti. Vabbé, é facile, ma perché complicarsi la vita e dire che una macchina ha percorso 20 000 miglia invece di 200 000 km? Vabbé gli dico dello stadio di Asiago che é l´unico posto dove io abbia pattinato sul ghiaccio in vita mia. Quante volte sono andato? Due. Vabbé, quindi non pattinate, dice lui, peró magari seguite le partite di hockey in tv. E invece no, dico io perché la tv italiana fa schifo e non fa vedere nessuno sport che non sia il calcio e spesso neanche quello. Bisogna infatti dire che la tv svedese trasmette molto sport. La settimana scorsa hanno trasmesso tutto il campionato europeo di pallamano, tanto per fare un esempio. Ma torniamo alla discussione col collega: pensa, dico io, che ci sono discussioni su internet di italiani che abitano in Svezia che si scambiano notizie sul come vedere la tv italiana in Svezia. Ma chissá cosa gli manca: di che tipo di trasmissione possono aver nostalgia? Il Drive In é finito da quasi trentanni, non puó essere quello. Se io avessi la possibilitá di vedere la tv italiana, probabilmente pagherei per farmi disattivare il servizio. Lui sorride e mi domanda se é vero quello che si dice tra gli svedesi, cioé che nella tv italiana ci sono molte donne nude o quasi. In effetti é vero. Nella tv svedese non ci sono trasmissioni con le letterine, le letteronze, le veline e i corpi di ballo. E´tutta spazzatura, dico io, mi piace, eccome, ma non la guardo. E lui mi capisce. 


sabato 13 febbraio 2016

Scervellati in fuga



Si fa presto a dire "cervelli in fuga". Che ci vuole, sono solo 3 parole... Ma non é solo per questo. Tutti conoscono almeno qualcuno che sia emigrato all´estero, di solito competente e preparato, spessisimo altamente istruito. 

A leggere questo articolo invece pare che non ci sia tutto questo gran flusso migratorio, anche se riconosce che comunque l´Italia fa un po´fatica a tenersi le persone di valore, ma piú o meno in linea con tanti altri paesi. Siamo carenti cronici invece nell´attirare studiosi stranieri. Quindi possiamo dire che abbiamo una bilancia commericiale di cervelli in negativo, ma non che tutti i cervelli scappino. Cosí come non possiamo dire che quelli che scappano sono tutti dei cervelloni. Guardate me per esempio. 


Io qui a Norrköping e vicinanze ho conosciuto diversi italiani che si sono trasferiti con la famiglia e sono tutti medici, ingegneri o informatici. E non é che i cervelli migliori risiedono nelle teste di questi tre tipi di professionisti. Il fatto che loro riescano ad emigrare piú facilmente é perché hanno delle conoscenze e abilitiá (notevoli) che sono richiesti qui in Svezia. Magari ci fosse carenza anche di laureati in storia dell´arte, o filosofia, o scienza della comunicazione che non ho mai capito che roba é. 

Su il Fatto Quotidiano c´é una rubrica intitolata "cervelli in fuga" che uno si aspetta di trovarci storie di geni incompresi in patria e trasformati in mega-star all´estero, invece la maggior parte delle storie sono di gente "qualunque" che va ad aprire una gelateria nel centro Africa o che si trasferisce in Thailandia per amore o negli USA perché "fa figo". 

E poi ci sono i cervelli in fuga veri e propri. Tipo chirurghi che inventano e sperimentano nuove tecniche all´avanguardia ma che poi hanno un modus operandi pressapochista in stile "tarallucci e vino" che magari provoca la morte di alcuni pazienti e guarda un po´: vengono licenziati. Spero che questo non faccia calare un´ombra di sospetto su tutti gli italiani in Svezia. Per caritá, anch´io faccio le mie belle figure di m.... ma non da finire sui giornali. Insomma, un po´ di discrezione. 



(la vignetta é del un mio amico Davide Ceccon)



sabato 30 gennaio 2016

I miei colleghi sull´immigrazione


Non so se avete notato ma non scrivo mai di immigrazione. E pensare che é l´argomento principale qui in Svezia (stando a giornali e telegiornali). Argomento che sta creando strani pensieri, opinioni, paure tra la gente ma anche squilibri politici e sociali. Io non he ho mai parlato perché, nella vita di tutti i giorni, nemmeno sgli svedesi ne parlano. Ma ci pensano e il risultato si é visto alle ultime elezioni politiche quando il partito di estrema destra (gli SD) hanno preso circa il 15%. Recenti sondaggi li danno al 26/27%. Quasi un terzo della popolazione. 

Peró la gente non ne parla. Anche in ufficio da me, non ho mai sentito parlare di politica in 13 mesi che per me che sono italiano é un record fantascientifico. In Italia basta che piova é giú di critiche contro il governo (che fa di tutto per meritarsele, bisogna dire). 

Fino a ieri. Ieri, durante la pausa caffé é iniziata una discussione, che poi non si é discusso affatto perché erano tutti concordi, che di immigrati ce ne sono troppi. Ma non per il fatto che siano immigrati in sé, ma perché la massiccia ondata arrivata nel 2015 é costituita da persone con una cultura estremamente diversa dalla nostra (svedese). Prima fra tutte le differenze, che spaventa di piú, é la concezione della donna. In molti paesi del medio oriente, infatti, la donna ha un valore sociale che é di poco superiore a quello di animale domestico e questo spiega, insieme alla scarsa scolarizzazione e al fondamentalismo religioso, violenze e aggressioni contro ragazze svedesi (recentemente una ragazza impiegata all´ufficio immigrazione é stata accoltellata a morte da un minorenne, per citare un caso estremo). 

La conseguenza é che le mie colleghe non si sentono piú sicure di girare per strada da sole. E solo ieri si sono confidate durante la pausa caffé che quando criticano la situazione e  si sentono dare delle razziste, vanno in bestia (e per far incazzare uno svedese ce ne vuole). 

La mia silenziosa analisi é che quello che é successo evidenzia la presenza di un limite invalicabile nel "politicamente corretto". Insomma, a tutto c´é un limite. E pensare che siamo solo all´inizio. La Svezia infatti ha scartato la domanda di accoglienza di 80.000 persone. Quindi oltre ad accoglierne una marea, biognerá anche occuparsi di rimpatriare questi ultimi. E qui non funziona come in Italia che danno un "foglio di via" al rifugiato non-accettato con la conseguenza che questo se ne sbatte e resta. No, qui li caricano in un aereo e li rispediscono a casa. Il problema é che sono talmente tanti che anche a farli volare via tutti ci vorranno anni, e senza contare che a molti non sai proprio dove mandarli o il paese di destinazione non li rivuole indietro. Come bisogna pure considerare che molti non se ne andranno e scapperanno perché piuttosto che tornare nell´inferno, é meglio fare i clandestini in Svezia.

Per concludere la discussione di ieri, una collega ha sentenziato e concluso con questi due punti: 
1. se l´attuale governo perderá le prossime elezioni non si deve lamentare
2. noi (svedesi) non ci dobbiamo lamentare della situazione perché il governo attuale lo abbiamo legittimato noi con il nostro voto (io non ce l´ho ancora il diritto di voto per le politiche).

Tutti le hanno dato ragione e sono tornati ai propri tavoli in silenzio. Il livello di educazione civica dimostrato é sorprendente, secondo me.



sabato 16 gennaio 2016

Borta bra, hemma bäst.

Era da 3 anni e mezzo che non andavo a Vicenza, la mia cittá natale e avevo accumulato una gran voglia di rivedere e stare un po´con vecchi amici e trascorrere il Natale con i parenti. 
Volevo lasciarmi andare ed attirare ai migliori richiami che l´Italia sa ancora fare: il buon cibo (tra cui svetta anche la pizza), il vino, la cultura, l´arte e l´italian sytle: lo stile di vita italiano, fatto di spritz, e di tante piccole cose che ti fanno assaporare la vita ad ogni momento del giorno. 

Il tutto peró senza farmi coinvolgere dagli aspetti negativi del Belpaese e che mi hanno fatto andare via. Non volevo assolutamente farmi coinvolgere in alcun modo in discussioni di politica o sulle vicende di cronaca nazionale e locale, come i buchi creati da alcune banche che hanno portato alla svalutazione dei risparmi di migliaia di innocenti risparmiatori. A Vicenza poi di gabbati ce n´é almeno uno per famiglia perché si sono concentrati sia il buco di Banca Popolare Vicentina, sia quello di Veneto Banca. La tempesta perfetta. E´incredibile che la cittá non si sia trasformata in una cittá fantasma con le balle di paglia che attraversano Corso Palladio, cosí come é altrettanto incredibile che nessuno sia finito in galera. Ma di questo non volevo parlare con nessuno. 

Non volevo fare domande sulla disoccupazione o, in generale, sulla crisi economica (e di valori) che ha colpito gli italiani. Primo perché é brutto chiedere delle disgrazie, secondo perché é altrettanto brutto tornare e fare paragoni tra la Svezia e l´Italia come per dire che "dove vivo io... ".  Volevo evitare questi discorsi come la peste e ci sono riuscito. Quando alcuni amici mi hanno posto domande specifiche sulla Svezia, io ho cercato di rispondere in modo piú obiettivo possibile, mettendo in evidenza i pregi, ma anche i difetti e le difficoltá che incontra un emigrante. Insomma: ero in ferie. 

Ferie: proprio cosí. E le ferie a Vicenza, la mia cittá, non le avevo mai fatte. 
Era tutto cosí surreale. Passeggiavo per il centro e scattavo decine di foto. Ai palazzi rinascimentali, alle luminarie natalizie che creavano effetti ottici di particolare suggestione. E poi ci si fermava a prendere la cioccolata calda, lo spritz, il cappuccino a colazione. E alla sera era imperativo mangiare fuori, di solito pizza, ma anche pesce o un semplice piatto di pasta ma a casa di amici intimi. Vicenza si era trasformata in un enorme villaggio turistico per me e per la mia famiglia. Malgrado la nebbia e il freddo umido a cui non ero piú abituato. Altro che il freddo svedese: ho patito di piú quello padano. Ma chi se ne importava: ero in ferie e non dovevo mica fare il bagno. 

Mi ha ferito sentire i racconti di amici che vivono nell´incubo di perdere il lavoro (perché non ce n´é altro) o di altri che impazziscono di burocrazia o di ingiustizie varie. Io stesso in una settimana solamente ho avuto due disavventure da italica burocrazia ed inefficienze varie ma non sto qui a raccontarvele.

Per la prima volta in vita mia sono andato di mia iniziativa al teatro Olimpico. Non c´era quasi nessuno e mi sono seduto lí, per mezz´ora, sulle gradinate a fissare il capolavoro che avevo a 1 km da casa ma che apprezzo solo ora che sono diventati 2000. Ho fatto un sacco di foto, ma non ce n´é una che renda giustizia. Allora ho provato con un video.

Improvvisamente mi é venuta voglia di andare a visitare anche altre cittá e dovrei pianificare anche altre gite, magari nei weekend. Anche se purtroppo ora no che sto mettendo da parte i soldi per dei progetti a breve termine. Ma mi stupisco di me: non avevo mai provato questa sensazione prima: una improvvisa voglia di visitare l´Italia.

E´ancora piú comprensibile peró la sensazione di "casa" che ho avuto all´arrivo all´aeroporto di Skavsta. Ero a casa. Come dicono gli svedesi: borta bra, hemma bäst, cioé si sta bene via, ma meglio a casa.


domenica 20 dicembre 2015

Vissero felici e contanti


Leggo quasi tutti i giorni notizie in italiano che raccontano con stupore e ammirazione di come la Svezia stia procedendo a ritmo serrato verso l´eliminazione del contante. 
Proprio ieri leggevo un articolo in cui si riportava che la quantitá di moneta in circolazione é passata da 13 a 8 miliardi in 5 anni. Non ricordo le virgole. Se continua cosí, in qualche anno sparisce del tutto. 

Io sono abbastanza convinto di aver giá scritto un post a riguardo, ma non lo trovo piú. Allora ci riprovo. Sono infatti particolarmente stimolato dalla lettura di questo articolo tratto da un periodico online chiamato Wall Street Italia che uno pensa abbia a che fare con il famoso Wall Street Journal e invece é solo una scelta di omonimia fatta a tavolino per attrarre ignari naviganti su internet come le sirene nell´Odissea di Omero che incantavo, facendoli poi morire, i marinai che si facevano attrarre dal loro melodioso canto. Ovviamente a morire nel nostro caso é la ragione perché uno si fida del nome (che giá sarebbe sbagliato, ma comprensibile) e finisce a procurarsi un corto circuito celebrale che lo induce a desiderare cose e avvenimenti contro il suo interesse. Si chiama propaganda nella peggiore delle ipotesi. Oppure sete di click, nella migliore. Dipende o meno se ci sono interessi politici in ballo: e non mi é dato di sapere in questo specifico caso. 

Ma vediamo cosa ha scritto l´autore di cosí scandaloso.

Subito all´inizio l´articolo esordisce con 
La Svezia potrebbe diventare il primo paese a vietare completamente le banconote e punire così i risparmiatori. 
Perché un risparmatore dovrebbe essere "punito" dalla mancanza di contanti? Anch´io mi considero un risparmiatore eppure trovo comodo pagare tutto con carta. In 3 anni ho fatto bancomat una volta sola e non ne ricordo il motivo e non mi manca per niente. 
uno scenario in cui la società non ha più bisogno del contante e i tassi di interesse sono negativi equivale a una truffa delle autorità
I tassi sono negativi, ma non sui conti correnti, che non rendono niente come quelli italiani, ma costano molto meno. Perché le banche in Italia hanno fatto cartello da sempre. E allora dove sta la truffa se proprio ci deve essere? Tenendo anche conto che in Italia ci sono organismi di vigilanza governativi che non vigilano. Vedi il recente scandalo delle banche che sono saltate per aria e salvate dalle casse statali, quindi dai contribuenti, mentre invece i risparmiatori, quelli veri, se lo sono presi in quel posto, nel retro del portafoglio, intendo. Infatti il decreto ad-hoc si é chamato salva-banche, mica salva-risparmiatori. 
Ma poi io vorrei chiedere al pseudo-giornalista cosa farebbe se il proprio conto corrente dovesse subire tassi di interesse negativi? (é una fantasia che nemmeno Walt Disney con uno spinello avrebbe potuto immaginare). Preleverebbe tutto in contanti che terrebbe sotto il materasso? E se i contanti non ci fossero piú, ci sarebbero altri sistemi per spostare i propri risparmi altrove, magari in titoli di stato o prelievo con un assegno, che ne so, non é mai successo nella storia.  Ripeto é una fantasia erotico-economica. 

Ad aver orchestrato tutto è la banca centrale, che insieme alle singole società del credito è destinata a trarre beneficio dal fenomeno. Le transazioni concarte di credito comportano commissioni, sono monitorate e controllate. Questa parte piace anche ai governi, perché in un sistema del genere è molto più difficile e pericoloso chiaramente evadere il fisco.
Perché la banca centrale dovrebbe guadagnarci? E anche se fosse: é un ente pubblico. Le commissioni poi sono a carico del negoziante e sono minime da quello che ho sentito. E´il fatto che siano "monitorate e controllate", sempreché sia vero, a spaventare di piú. Ma di cosa avete paura? che qualcuno venga a sapere che vi siete comprati un paio di scarpe nuove? o che paghiate l´auto a rate? 
Impossibilitá di evadere il fisco: ecco cosa fa veramente paura. In Italia, invece, dove le cose non vanno benissimo per mille fattori, tra cui l´evasione fiscale, si cerca di facilitare gli evasori. Lo si faceva spudoratemente con i governi Berlusconi, ma anche quello attuale non scherza che ha recentemente innalzato il limite di uso dei contanti. Siamo in "leggera controntendenza". 

E allora chi é che sta "orchestrando tutto" (in Italia intendo) se non un governo che protegge i delinquenti (perché evidente anche lui a sua volta...) favoreggiato da una stampa asservita? Tipo questo inumignoso articolo, che se non é propaganda allora é sete di click, ma in questo caso, poteva riuscirci lo stesso anche dicendo la veritá, tanto la gente ci cascava lo stesso di leggere l´articolo, a prescindere da quello che c´é scritto. 

Scusate, ma ho avuto due minuti di incavolatura, ma giuro che mi é giá passata. E allora Buon Natale a tutti. 


martedì 24 novembre 2015

Avrei voluto esserci

Qualche giorno fa un noto indossatore di felpe professionista italiano di nome Salvini ha incontrato a Roma gli ambasciatori di Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia. Questa la mia fonte.

Secondo me i 4 ambasciatori nordici si sono fatti delle risate clamorose. Come avrei voluto esserci. Io mi immagino una cosa simile a questa:


domenica 22 novembre 2015

Sbarco su Facebook

Su suggerimento da parte di un paio di lettori (avvenuto mesi fa), mi sono convinto ed ho creato una pagina Facebook omonima al presente blog.


La pagina FB avrá gli stessi contenuti dell´attuale blog con l´aggiunta di piccole cose, tipo qualche articolo di giornale da condividere senza particolari commenti, qualche foto e ambabili menate. 

Fateci un salto se vi va. 

Ringrazio quei due suddetti lettori (che sono circa il 66,6% del totale) per l´ispirazione: vediamo se funziona .... 



Cars

Ho appena letto questo articolo che parla di delle auto Volvo incuriosito dal titolo: "ottobre in crescita del 12,6%".

Ma quello che mi ha colpito é un dato che proprio non mi aspettavo. É che il 18% delle vendite avviene in Cina. In Cina infatti un produttore occidentale fa fatica ad entrare, figuriamoci a sfondare. A meno che non abbia uno stabilimento in loco: cioé se vuoi vendere in Cina devi avere una fabbrica proprio lí sul posto che produca e venda a prezzi cinesi. Una fabbrica in Cina ti permette di produrre diversamente, diciamo piú economicamente, perché  non é richiesto che le vetture vendute in Cina rispettino le stesse normative in materia di sicurezza e rispetto dell´ambiente (leggi emissioni) che abbiamo qui in Europa. 
E allora mi sono domandato: ma come fa la Volvo che notoriamente produce auto di una certa qualitá, a vendere in Cina? Non é che percaso ha uno stabilimento laggiú? E cosí ho googlato un pochino (gli svedesi hanno il verbo googlare, in italiano suona un po´ male) ed ho scoperto che la Volvo produce in diversi posti in Cina. 


Interessante anche leggere che il 19% delle vendite avviene in USA grazie sopratutto ai modelli SUV. Ed é in rapida crescia. 

Specifico: questo vale solo per le auto. 
Giusto per fare chiarezza: io lavoro nel gruppo Volvo, che ha lo stesso simbolo delle auto, ma produce tutt´altro (camion, autobus, macchine da costruzione, motori per barche). Il settore auto ha proprietá cinese (guardacaso), mentre il gruppo originario é ancora svedese.