giovedì 30 luglio 2015

Stavolta il sottomarino c´é davvero



Non so se vi ricordate, ma l´anno scorso ci fu un gran parlare di un presunto sottomarino russo nelle acque svedesi, proprio nell´arcipelago appena fuori Stoccolma.
Questa una fonte in lingua svedese per rinfrescare la memoria.
La marina svedese cercó il veicolo in lungo e in largo anche in acque extra territoriali, ma niente da fare. Per la marina intendo. I commentatori televisivi invece erano scatenati.

Adesso invece un sommergibile russo é stato trovato veramente e giace a soli 3 km dalla costa. Ma questa volta si tratta di un reperto della prima guerra mondiale. Non credo che quello dell´anno scorso fosse l´SOS che é arrivato un po´in ritardo. :-)
Beh, comunque questa é la fonte in italiano.


mercoledì 29 luglio 2015

Gli unicorni dell´informatica



Societá che gestiscono servizi web nascono di continuo. Sono pochissime peró quelle che arrivano a farsi quotare un miliardo di dollari. Sono cosí rare che vengono definite unicorni. 

Bene, in Svezia gli unicorni ci sono e sono Spotify, Skype e Candy Crush. O meglio le aziende che hanno creato questi servizi. Dimenticavo c´é anche Minecraft. In confronto con la Silicon Valley, la Svezia é attivissima in tal senso soprattutto in relazione al fatto che é un piccolo paese (nel senso di poco abitato). 

Insomma, qui si investe molto in tecnologia. Pensate che in questi giorni sto pensando di cambiare operatore per la mia connessione internet, ma connessioni da "solo" 10Mb/s effettivi, sia in download che in upload, ormai le forniscono solo in pochi. Conviene farsi un abbonamento da 100Mb/s che costa solo pochi punti in percentuale di piú. Roba che in Italia se la sognano la maggior parte delle aziende. 

Vabbé ma torniamo agli unicorni. Vi invito a leggere il seguente articolo

martedì 28 luglio 2015

L´accoglienza agli immigrati

Quello dell´accoglienza agli immigrati é un argomento sempre caldo. 

Pochi giorni fa sull´argomento é stato pubblicato un interessante articolo su lavoce.   

Ci sono alcuni prospetti interessanti che vale la pena leggere ed esaminare su quanto spendono i principali paesi europei per accogliere gli immigrati in relazione al numero delle domande ricevute (nonché il rapporto tra domande ricevute e accettate). Il dato che manca invece é la spesa dell´accoglienza in relazione al PIL o pro-capite per ogni cittadino "accogliente". 

Non mi dileguo sul contenuto, che mi sembra comunque esposto bene. Faccio solo osservare che, come giustamente fa osservare l´autore stesso, gli importi in euro spesi non rispecchiano il livello di servizi offerti. Su questo andrebbe fatta una analisi aggiuntiva ed approfondita. Riporto: 

"Evidentemente, l’analisi della spesa (complessiva e pro-capite) offre solo uno spunto parziale alla discussione: ulteriori elementi sono da ricercare negli aspetti qualitativi del sistema"


lunedì 27 luglio 2015

Mappa matrimoni e unioni gay

Mi sento di linkare nel mio blog questa mappa tratta dal sito di RaiNews. 


In rosso sono evidenziati i paesi che hanno legiferato a favore dei matrimoni omosessuali. In verde invece quelli che si sono limitati a permettere "solo" le unioni civili. Ci servirebbe un terzo colore per mostrare i paesi in cui le coppie omosessuali possono anche adottare, ma se leggete l´articolo citato, é spiegato paese per paese dove una coppia di persone dello stesso sesso puó anche adottare. 

La Svezia, come gli altri paesi nordici, si é sempre dimostrata aperta a questo tipo di riconoscimenti. In essa l´adozione é permessa dal 2003 e il matrimonio dal 2009 (avrei scommesso che arrivasse prima il secondo e poi il primo). Ma il problema non é quello di mostrarsi "avanti" rispetto agli altri, ormai il problema é non rimanere "indietro". Avete capito a chi mi riferisco. 

Posso capire che qualcuno nutri dei dubbi sulle adozioni, ma delle unioni civili e/o religiose, ormai non dovrebbe piu essere un ostacolo/tabú o anche solo un argomento di discussione. Eppure... 

domenica 26 luglio 2015

Volvo acquista Polestar

Riporto questa notizia tratta da qui.

La Volvo (quella che fa macchine, da non confondere con il gruppo Volvo del quale non fa piú parte da molti anni) ha acquisito di recente la Polestar.
E´una azienda situata vicino a Göteborg che produce allestimenti sportivi per le auto Volvo.
Potete cercare notizie, prezzi, allestimenti e modelli nel loro sito www.polestar.com.
Purtroppo non c´é nel sito la versione in italiano. Ma ci sono tante altre lingue europee se volete.




sabato 25 luglio 2015

Campionato europeo XCO 2016

A tutti gli appassionati di mountain bike comunico che l´anno prossimo si svolgerá in Svezia, a Huskvarna il campionato europeo XCO 2016.
Link alla mappa

Link alla notizia





domenica 22 marzo 2015

Men at work 2


Mi é venuto da aggiungere una cosa al mio precedente post sul mondo del lavoro. Riguarda la gerarchia. 

Se vi trasferite in Svezia, o volete trasferirvi, e parlate del mondo del lavoro con altri italiani che sono giá residenti, costoro vi diranno che in Svezia il rapporto con il "capo" é molto piú amichevole. Ok, ci si dá del TU ma perché la lingua non prevede l´uso del "LEI" ma ci si chiama per nome e non per cognome. Vi diranno che mancano completamente i titoli come dott. o ing. o granfigldiput. di fantozziana memoria. Manca persino il titolo sign. o sign.ra. 

Vi diranno altresí che non é disdicevole uscire con i colleghi il venerdí sera e magari ubriacarsi in presenza del "capo". Anzi, puó darsi che sia proprio lui/lei ad esagerare per primo. Insomma c´é un rapporto amichevole nel mondo del lavoro svedese che appiattisce la gerarchia. 

Questo é vero, ma é solo una mezza veritá. 

Confermo la faccenda del rapporto amichevole. Mi é capitato, per esempio, che quando il dirigente (che é una donna, faccio notare) mi ha chiamato nel suo ufficio e mi ha chiesto se volessi un prolungamento del contratto, ed io ovviamente ho accettato con entusiasmo, lei ha alzato la mano con il palmo rivolto verso di me e mi ha chiesto "give me five!!!". Io sono un po´allergico a queste americanate e ci ho messo una frazione di secondo a reagire ed ho contraccambiato "al cinque". Avete ragione: é una menata di aneddoto. Ma immaginatevi un ambiente di lavoro con frequenti scene informali tra vari livelli dell´organigramma aziendale. 

E qui arriva l´altra metá della veritá: non é vero che questi atteggiamenti informali appiattiscano l´organigramma. Anzi. Gli svedesi hanno un forte senso della gerarchia, forse in conseguenza del loro forte senso di organizzazione. Mi sono reso conto che quando il capo chiede qualcosa, tutti corrono. Anche se viene chiesto in modo informale ed amichevole, in realtá non é per niente informale né amichevole. La sola presenza del capo in una riunione fa comportare tutti in modo leggeremente diverso. Sono variazioni impercettibili a chi non conosce bene gli svedesi. 

Ci sono quindi delle differenze con l´Italia dove invece il rapporto con il capo é formale oltreché sostanziale. Qui invece é sostanziale ma informale. E mi domando come si fa a licenziare una persona in modo amichevole. Spero di non scoprirlo mai. 

martedì 10 marzo 2015

Men at work



Sin dal primo giorno in cui sono in Svezia, ho avuto la propensione ad incasinarmi la vita seguendo i corsi piú disparati o frequentando gruppi vari. Alcuni utilissimi, altri meno. Fatto sta che, anche se lavoro, ieri sera sono andato fino a Linköping per una specie di convegno/seminario sulla cultura lavorativa in Svezia in particolare raffrontandola con quella di altri paesi e culture. 

Non ne é venuto fuori niente di nuovo. Tutti sanno giá che la Svezia é un paese che integra la donna meglio di chiunque altro o che é aperto alle differenze culturali (non in modo assoluto) eccetera. E´il miglior posto per lavorare per chi ha figli, e anche questo si sapeva. Diciamo che piú in generale in Svezia il lavoratore viene visto come individuo portatore di particolari esigenze, aspirazioni, situazioni fisiche e familiari. Quindi, cosí come é importante che egli adempia ai suoi compiti verso il datore di lavoro che gli dá uno stipendio, allo stesso modo é importante che la sua sfera personale fisica e psichica sia salvaguardata al meglio. Quindi se un collega la mattina manda una email ai colleghi dicendo che ha bisogno di lavorare da casa per assistere ad un  famigliare, o per chissá quale motivazione, non importa, I colleghi (e il capo) non battono ciglio. Quello che conta é che mantenga le scadenze lavorative prestabilite e la macchina organizzativa funzioni senza intoppi. Io nel mio lavoro questo lo vedo quotidianamente. 

Quello invece che avevo notato, anche attraverso il racconto di amici, ma di cui ho avuto una conferma solo ieri sera direttamente da svedesi (che lavorano in primarie aziende svedesi) é che lo svedese medio a lavoro é individualista. Mi spiego meglio: lo svedese ha una fenomenale concezione della societá e dell´organizzazione peró quando gli viene affidato un compito, si concentra solo su quello. E allora? La prima logica conseguenza é che lo svedese, nel mondo del lavoro, non riesce a delegare. Sia nel caso che abbia troppo da fare (capita raramente) sia nel caso in cui sia un collega che gli offre disponibilitá. Esempio: immaginatevi di aver finito i vostri compiti. Noi italiani non siamo capaci di starcene con le mani in mano a non fare niente a meno che non siate parlamentari, e avete il terrore che il vostro capo se ne accorga. Allora andate da un collega a chiedergli se vuole una mano. Giusto? Ecco, in Svezia questo non accade. Lo svedese é molto geloso delle sue mansioni. 

L´organizzazione ha stabilito cosí e ogni cambiamento non é previsto. Per caritá, anche in Italia mi é capitato di offrire aiuto a colleghi e sentirmelo negare ma perché subentrano altri fattori. Per esempio, puó capitare che il collega abbia paura di essere scalzato ed, in effetti, l´ambiente di lavoro italiano é piú competitivo di quello svedese. Come puó capitare che ci sia il timore che il capo lo venga a sapere e che pensi male. Ma in linea di principio é ammissibile che ci si aiuti tra colleghi: siamo abituati a sopperire alle carenze di organizzazione o con le “sfighe” sociali (le ho definite io cosí) con la fantasia, l´improvvisazione e spesso la collaborazione. Non in Svezia: lo avete capito. 

Qual´é il sistema migliore? Non sono in grado di rispondere. Dico solo che preferisco quello svedese, ma che la cosa piú importante é saperlo conoscere. 



domenica 8 marzo 2015

Integrarsi & ambientarsi


Ciao a tutti.

Un lettore (o lettrice) mi ha chiesto se, dopo due anni e mezzo, mi sono ambientato e integrato. Era da un po´che volevo scrivere di questo ma é un argomento complesso a cui non si puó rispondere con un sí o no. Ringrazio quindi per la domanda.

Vorrei partire dalla distinzione tra ambientare e integrare. Due verbi simili ma che esprimono concetti molto diversi.

AMBIENTAZIONE.
L´ambientazione é l´adattarsi ad un determinato ambiente. Da questo punto di vista sono perfettamente ambientato. Mi sento proprio a mio agio nell´ambiente e nella societá in cui vivo. Non mi dá fastidio il freddo, il buio d´inverno o la luce costante d´estate. Non mi dispiace vivere in cittá che non sanno neanche cosa sia stato il rinascimento italiano. Non mi dispiace, anzi adoro, vivere in un posto caratterizzato dalla massiccia presenza di boschi e laghi. Anzi tutte queste cose mi piacciono proprio, al punto che non riesco piú ad immaginarmi una vita senza: sono diventate il mio ambiente. Sto bene qui.
Da un punto di vista sociale vale la stessa cosa. Nel senso che non ho paura di interagire con gli altri, magari per fare una telefonata, o stipulare un contratto o semplicemente camminare per strada sapendo che se qualcuno mi ferma e mi fa una domanda, io non ho paura di sentirmi un pesce fuori dall´acqua, uno che non capisce nemmeno quello che gli viene detto.
Questo é dovuto ad un notevole miglioramento nella conoscenza dello svedese (anche se non sono ancora bravo e forse non lo saró mai) e ad un notevole spirito di adattamento. 
Per inciso, non é che all´inizio avessi paura, ma mi sentivo emigrato in un paese figo che avevo sempre sognato, ma che percepivo come "straniero". Adesso invece questa cosa non la sento piú: é il mio ambiente, dicevo. 

INTEGRAZIONE.
Il concetto di integrazione invece é molto piú difficile da analizzare. Quando una persona é integrata in una societá? Non ho la risposta. 
Vi limito quindi a raccontarvi che qui frequento prevalentemente italiani, ma non mi sento ghettizzato. Un po´perché ho molte cose in comune con questi italiani e quindi si sono create delle amicizie che posso tranquillamente definire forti. Un pó perché con gli svedesi é difficilissimo legare. Mi sono fatto l´idea che la maggior parte non ha la propensione ad invitare amici a casa, magari per cena. Lo fanno di sicuro, ma meno di frequente rispetto ad un italiano medio. Insomma, non si frequentano nemmeno tra di loro. O forse sono stato sfortunato io a incontrare gente che non ne vuole sapere di stringere relazioni sociali.
Comunque sia, svedesi o non, io qui faccio un sacco di vita sociale, molto di piú di quella che facevo in Italia. Quindi non me la sento di dire che gli svedesi fanno poca vita sociale, perché anche moltissimi italiani che conosco in Italia hanno la tendenza a starsene chiusi in casa o di uscire solo con la famiglia.

Concludendo: a prescindere dalle definizioni, sto proprio bene cosí come sto. L´unica cosa che un po´mi preoccupa é che certe volte mi viene l´istinto di andare a vivere in mezzo al bosco, lontano da tutto. Forse perché sto invecchiando o sto diventando un pó svedese (che non so cosa vuol dire). 

domenica 22 febbraio 2015

Come fare un piano B



Come scrissi in un post di dicembre, per emigrare in Svezia senza appartenere ad una categoria super-avvantaggiata come i medici, serve un piano B. Detto piú semplicemente: puntate sulle vostre capacità/titolo di studio/esperienze, ma siate pronti a fare dell´altro, non si sa mai. E questo lo hanno capito in molti che vanno a scrivere in vari forum che "sono disposto a fare qualsiasi cosa, tipo cameriere, operaio, ecc".  Eh, no, così non va. A meno che non abbiate una specifica esperienza in merito. Per quale motivo, per esempio, un ristoratore dovrebbe assumere voi come camerieri che magari non avete esperienza quando invece c´é un esercito di giovani svedesi a cui spetta anche la riduzione dei contributi?  Il piano B non si fa in questo modo. Serve un impegno maggiore, che passa sempre attraverso una qualche forma di educazione (intesa come studio, non come "buone maniere"). 

Ci sono infatti lavori che magari sono abbastanza richiesti e che richiedono corsi più o meno lunghi. 
Un ottimo esempio é quello della undersköterska che equivale alla nostra OSS ospedaliera. E´un lavoro molto richiesto e per iscriversi al costo basta aver terminato l´SFI (io ci misi 6 mesi). Poi il corso dura 2 anni (che diventa 1,5 se hai giá fatto anche il corso SAS grund). In veritá vi dico che anch´io ci avevo fatto un pensierino. 

Se volete fare corsi un po´ piú qualificanti, sappiate che c´é l´imbarazzo della scelta. Alcuni di questi portano a lavori molto richiesti peró mano a mano che aumenta la complessità, aumentano anche i behörighet (requisiti di ammissione). E cosí io avevo puntato ad un paio di corsi a livello post-diploma/quasi universitario, ma solo per iscriversi serve Svenska2 (oltre ad Inglese6 e altre cosette). e il corso di Svenska2 lo ho terminato a dicembre, un attimo prima di iniziare a lavorare, dopo due anni e 4 mesi che sono qua. Capite che i tempi vanno troppo per le lunghe se poi ci volete aggiungere un corsi di altri 2 anni. 

Se poi volete fare corsi univeristari veri e propri, allora vi serve Svenska 3 ... 

Allora io avevo puntato come piano B ad un altro tipo di professione: il taxista. C´é sempre richiesta di tassisti qui in Svezia e per per poter esercitare la professione basta "solo" superare 3 prove teoriche ed una pratica. Ovviamente ora ho lasciato perdere, ad un attimo dalla conclusione e comunque dopo 8 mesi dall´inizio dello studio, ma posso insegnarvi qualcosa a riguardo, anzi ci scriverò un post specifico.  

Se volete sbizzarrirvi da soli a cercare un po´ di info, questo é il sito con tutti i corsi possibili immaginabili mentre questa  é la pagina che misura quanto bisogno c´é (in previsione per i prossimi 10 anni) di tutti i lavori. 




PS: io non modero i commenti perché confido che i commentatori si auto-moderino da soli. 

giovedì 5 febbraio 2015

Semla chi legge


E´periodo di carnevale e in Italia si mangiano le frittelle e i crosotoli. Che poi vi siete mai chiesti perché le frittelle sono di sesso femminile e i crostoli maschile? Io si. Ma non piú di alcuni secondi. Beh, insomma, qui in Svezia invece in questo periodo si mangiano le semla. Anzi, semlor al plurale. In svedese non esiste il genere femminile e quello maschile. I sostantivi si dividono in due generi: en e ett. Peró siccome semla finisce con la a, io la coniugo al femminile quando scrivo in italiano. 

Ecco, allora io e un paio di colleghi, alla fine della pausa pranzo, siamo andati in una pasticceria a comprare queste semlor. Quella della foto é quella che mi sono pappato io. E´costituita da un impasto molto soffice e da un casino di panna che la rende quasi stomachevole. Gli stessi svedesi, che loro la panna la mettono dappertutto, dicono che spesso ce n´é troppa nelle semlor. In effetti. All´interno invece della merendona si racchiude un cuore fatto di crema alle mandorle. 

Eh giá: le famose mandorle svedesi. Sí, perché qui, non so se lo sapete, le mandorle crescono spontanee sul bordo della strada e al mercato te le tirano dietro. Ma quali frutti di bosco o caviale spalmabile, le mandorle!!! L´ingrediente che gli svedesi trattano con riti tramandati di generazione in generazione. Me lo ha detto lei, o me lo sono solo immaginato dopo che la panna mi é entrata in circolo.

Le ho detto: "che semla che sei".


PS: é buonissima

sabato 31 gennaio 2015

Prime impressioni


Heila.
Ormai sono 4 settimane che lavoro e volevo raccontarvi un po´di cose ma le piú importanti mi sono ancora oscure, tipo cosa devo fare esattamente. 
Allora parto da quelle di secondaria importanza: quelle cioé che restano impresse a uno che non sa perché é lí. 
Innanzitutto mi ha colpito la quasi totale mancanza di carta. Non é colpa dell´ufficio acquisti, intendo che il lavoro é organizzato in modo che non se ne usi. Anche mia moglie mi ha detto che da lei la carta si usa pochissimo, e che ritiene sia normale nelle multinazionali. Io, in effetti, di lavorare in una azienda multinazionale proprio non avevo esperienze precedenti. Per cui io non so se sia normale o meno, rimane il fatto che questo é quello che mi ha colpito. Si tratta di un modo di lavorare completamene diverso che sinceramente non sarei stato in grado di immaginarmi come possibile. 
Pensate che in un mese di lavoro non ho mai stampato un foglio. Ho fatto una fotocopia, una volta, ma solo perché volevo anch´io sulla mia bacheca personale un prospetto con dei codici di rapida consultazione, imitando dunque un collega. 
Come funziona tutto ció? Semplice a dirsi: ognuno ha un computer portatile e su ogni tavolo c´é un dock al quale attaccarlo e l´immagine viene proiettata nello schermo tradizionale (o due contemporaneamente). Ogni volta che uno si alza per andare da un collega o in riunione, si porta via il pc. Anche questo mi hanno detto che é normale, ma per me é una assoluta novitá. 
Come pure mi ha stupito la quantitá impressionante di riunioni che si fanno. Alcune sono pianificative, nel senso che si stabilisce chi fa che cosa. Altre sono informative e un lavoratore spiega i suoi conteggi agli altri colleghi del reparto. Altre sono mirate per portare avanti un determinato progetto o risolvere un determinato problema quindi si riuniscono due di un reparto, uno di un altro, altri due di un altro ancora e cosí via. Altre riunioni sono di ottimizzazione delle risorse e servono per pianificare altre riunioni al fine di forzare ragionamenti che altrimenti verrebbero accantonati sul come migliorare la produttivitá e l´efficienza. A me che ho una mentalitá retrograda mi verrebbe da dire fate meno riunioni, e invece hanno ragione loro, é evidente. 
Un´altra cosa che mi ha colpito sono le scrivanie perché sono alzabili ed abbassabili. Cosí, puó capitare che se ti viene voglia di lavorare in piedi, premi il tasto e tutta la scrivania si alza. Anche questo é una completa novitá: non avevo infatti mai lavorati in piedi ed in alcuni momenti mi fa proprio piacere. Se poi ti arriva un collega, invece di dirgli di cercarsi una sedia, alzi la scrivania e si sta in due in piedi, come su un banco bar. 
Insomma é tutto nuovo. E´un nuovo modo di lavorare, di comunicare tra colleghi, di gestire la mole di lavoro e di fare pausa. Ecco, si fanno due pause caffé (fika) al giorno piú il pranzo. E sono un importante momento di aggregazione. Sopratutto per me. 

giovedì 15 gennaio 2015

Crash test dummy

Buona sera. Buon giorno.O Buona notte. Non ci sto capendo più una mazza. Il fatto è che ho iniziato a lavorare e questo di per sé non ti scombina gli orari. Però io ho trovato lavoro a Eskilstuna e faccio il pendolare in treno. Solo il viaggio in treno dura 1:20 e passo 4 ore al giorno solo spostandomi. Il fatto che fuori è sempre buio, mi sto un po incasinando e siccome questo è il mio primo post scritto in treno, mi sembra che anche il t9 non collabori particolarmente. 
Guardare fuori dal finestrino non serve: siccome fuori è tutto scuro, l'unica immagine che si vede è la mia riflessa e non è un bel vedere.
Dove lavoro e cosa faccio? Mi aspettavo queste domande. Lavoro per una aziendina di nome Volvo. E  non so esattamente cosa faccio. O almeno non ho capito dopo 9 giorni di lavoro. Nel contratto c'è scritto controller, ma sospetto che intendano crash test dummy.

domenica 11 gennaio 2015

Ma che cosa sono diventato?



Quando ho scritto il post di qualche giorno fa mi sono domandato: ma io a quale categoria appartengo? Sono sicuramente un Lagom. Ma per essere sicuro mi sono sdoppiato e interrogato. Ne é venuto fuori il seguente dialogo. 

- di che categoria sei?
- lagom
- perché?
- perché so valutare con la mia testa aspetti positivi e negativi della Svezia
- dimmi quelli negativi
- beh, per esempio, qui non sanno mangiare
- che cosa mangi tu a casa?
- cibo italiano
- quindi qual´é il problema?
- beh ma non si puó andare fuori a mangiare, economicamente per giunta
- in Italia quante volte lo facevi?
- raramente, ma non é questo il punto
- lo é, lo é.
- e poi, altre critiche?
- la scuola. E´leeeeenta.
- meglio quella italiana?
- per caritá! peró se fosse un po´piú veloce sarebbe meglio.
- cosa accadrebbe? sarebbero piú intelligenti gli svedesi?
- no. Ah, ecco cosa non mi piace: il carattere schivo degli svedesi.
- ma anche tu sei cosí.
- non sempre
- neanche gli svedesi lo sono sempre. Insomma, smettila, sei un talebano della Svezia. Lo vuoi capire o no?
- ma io non voglio essere un talebano. I talebani parlano solo che bene del paese e ti fanno sembrare il paese dei balocchi.
- perché non lo é?
- si che lo é, ma solo per me, o per loro. Se uno viene qui ed ha una mentalitá da liberale per cui le tasse sono sempre troppe, che magari ha deciso di vivere da single e pensa che avere figli sia contagioso, che vuole fare la bella vita andando in giro a locali, ristoranti e discoteche, che gli da fastidio che non si puó parcheggiare tranquillamente sul bordo strada, e via dicendo, beh, allora quello poi ti stramaledice se é arrivato per un consiglio da talebano.
- quindi?
- quindi faccio il talebano con altri che sono talebani-dentro. Per tutti gli altri sono un Lagom e siccome questi sono la stragrande maggioranza, allora sono ufficialmente un lagom. Insomma non voglio scoraggiare nessuno, anzi, invito tutti a trasferirsi in Svezia, ma che stiano molto attenti perché é una fatica pazzesca.
- maledetto conformista.
- non sono cosí, dai.


martedì 6 gennaio 2015

Fenomenologia dell´italiano in Svezia

Di italiani in Svezia comincio a conoscerne diversi (nel senso che non sono sempre la stessa persona). La maggior parte risiedono qui in Norrköping assieme a me, altri li conosco solo virtualmente, leggendo i loro blog su internet. 

Ognuno ha un suo personale approccio alla Svezia. Io ho elaborato una personalissima classificazione nelle seguenti tre categorie: 

i TALEBANI. 
I Talebani sono i fanatici della Svezia. Tutto quello che é svedese é automaticamente bello e figo. E non accettano critiche. D´altro canto é anche difficile controbattere perché i gusti sono gusti. Facciamo un esempio estremo: ipotizziamo che uno vi dica "ma guarda che bello questo sasso, come é luminoso e brillante, si vede che é svedese. In Italia non ci sono sassi cosí". Che gli dite? Niente. Io peró li capisco. Qui in Svezia hanno trovato la felicità. Alcuni in Italia erano costretti a lavori poco remunerativi e massacranti e per lo piú senza sbocchi futuri. Qui invece hanno trovato gratificazioni professionali, un reddito di gran lunga migliore e uno stile di vita adagiato/benestante. E´normale che i Talebani siano riusciti a comprarsi una villa in pochi anni. Alcuni hanno pure trovato l´amore o finalmente avuto la possibilitá di mettere sú famiglia. 

i TROLL
i Troll sono esattamente l´opposto dei Talebani. Loro la Svezia la odiano, o la sopportano. E´evidente che sono persone che non si sono mai integrate oppure si sono integrate ma poco e dopo tanti anni. Io credo che la loro esistenza sia dovuta sostanzialmente al fatto che loro la Svezia la hanno "subita" e non scelta. Magari per inseguire l´amore. Ritengo che i Troll abitino in Svezia da molti anni e che quindi abbiano un ricordo romanzato dell´Italia. Ma la cosa strana dei Troll é che loro hanno in odio il fatto che qualcuno possa trovarsi bene in Svezia. Se uno scrive su internet che vuole andare in Svezia a cercare lavoro, loro commentano subito "non ce la farai mai" senza sapere null´altro. A volte penso che i alcuni Troll ci stiano bene in Svezia, ma che ci godino ad essere tra i pochi ad aver fatto una scelta cosí esotica di vivere in un paese estremo su molte cose cose, non solo il clima. 

i LAGOM
Sbrigativamente inserisco nella categoria Lagom tutti coloro che stanno nel mezzo tra le due categorie sopra citate. Questo perché ci sono moltissime sfumature di Lagom. Ci sono quelli che sono contentissimi di vivere in Svezia ma hanno dovuto accettare la mancanza di certe cose e se ne sono fatti una ragione. Per esempio la pizza o l´aperitivo prima di cena con gli amici. Si concentrano sui punti forti della Svezia, come lo stato sociale, l´organizzazione, i ritmi di lavoro, eccetera. Il Lagom mediamente sa riconoscere queste mancanze che fanno infuriare i Talebani: secondo loro infatti non manca proprio niente. La pizza fatta dal siriano sotto casa é buona tanto quanto quella italiana e l´aperitivo lo fanno anche molti bar (che non é vero e non ho mai visto un italiano andarsi a prendere un aperitivo perché é considerata cosa da ubriaconi e infatti nemmeno i Talebani lo fanno). Ci sono anche Lagom che si lamentano di tutto, ma poi ti confidano che alla fin fine qui ci stanno bene e che in Italia non ci tornano nemmeno da morti. Non riescono a capacitarsi del carattere introverso degli svedesi, che la cittá é deserta fino alle 10 del mattino e dopo le 7 di sera, del prezzo dei ristoranti, e della mancanza di opere rinascimentali (come se in Italia andassero a musei tutti i giorni). Per non parlare poi dei ritmi scolastici (che sono particolarmente lenti), della sanitá svedese, eccetera. 

Ho assistito a Talebani che per non sembrare tali cercano di muovere qualche critica leggerissima verso la Svezia ma li senti che non sono convinti di quello che dicono. Una volta uno ha detto che ha lasciato tanto in Italia e che gli manca, per esempio: niente. Anche i Lagom quando parlano tra di loro hanno la fobia di sembrare Talebani e quindi si concentrano piú sui difetti della Svezia che sui pregi, salvo poi riconoscerli tutti. Chi piú, chi meno. 

Concludendo, per trasferirsi in Svezia e vivere felici bisogna avere il giusto approccio psicologico, senza esagerare. Non bisgona farsi fare il lavaggio del cervello dai Talebani o farsi deprimere dai Troll perché l´emigrazione é giá difficile di suo, se poi ci si mettono anche i Troll, ti viene da mandarli a cagare. Peró l´approccio psicologico da solo non basta. Occorre avere anche la mente molto lucida e saper valutare nel dettaglio i punti di forza (opportunità) e difetti di questo paese. Molti miei amici, per esempio, di Vicenza, qui diventerebbero Troll. 

mercoledì 17 dicembre 2014

La mia pagella scolastica



Oggi mi sono tolto un peso dallo stomaco. No, non avevo mangiato pesante é che finalmente ho saputo i risultati di mesi di studio. Che cosa avró studiato di bello? Occorre una premessa. 

La premessa é che, come da piano originale, lo studio della lingua svedese ha prioritá su tutto. Quindi, ad agosto sono arrivato ad iscrivermi al corso di Svedese 2 (detto SVA2 o SAS2). SOLO? che cacchio hai fatto in tutti questi anni? Un attimo.  I corsi di lingua per stranieri sono i seguenti (scrivo di lato a che cosa corrispondono) 

SFI  A         livello analfabeta
SFI  B
SFI  C 
SFI  D         livello scuola elementare
SAS grund  livello scuola media
SVA 1
SVA 2 
SVA 3         livello fine delle superiori

Ecco, oggi ho saputo che ho terminato lo SVA2 (equivalente ad una nostra quarta superiore). Infatti mi hanno fatto studiare letteratura di varie epoche, dall´Illiade fino a Oliver Twist, passando per la Divina Commedia (Den Gudomliga Komedin), la morte di Rolando, Don Chisciotte (Don Quijote), Robinson Crusue, ed altri. Ci hanno fatto anche fare delle prove scritte atte a dibattere certi argomenti (a favore o contro) oppure di relazionare in modo oggettivo un argomento. 

Questo corso era importante per me perché é considerato requisito minimo per iscriversi ad altri corsi a livello post-diploma della durata di uno/due anni che erano una delle mie varie carte da giocare in un futuro prossimo. 

Fino al corso SVA1 ho studiato al Komvux di Norrköping solo la lingua svedese (piú altre cosette da autodidatta). Invece da agosto ho aggiunto anche altre materie per poter raggiungere una quantitá di punti (ogni corso ha dei punti) per poter ottenere (ed ho ottenuto) il CSN. Grazie, e che cosé il CSN? E´un contributo dato a chi studia ed ammonta a circa 1000 euro al mese di cui un terzo a fondo perduto e due terzi come prestito e quindi vanno restituiti, a rate, ovviamente, una volta che si inizia a lavorare. Io credo che durante il corso di SVA1 fossi l´unico in tutta la scuola che non lo prendeva. 

Dovevo aggiungere altre 3 materie. Ci ho messo inglese perché non avevo niente che dimostrasse che so dire "the book is on the table". E sono stato ammesso al corso di inglese 6 (su un massimo di 7). Ed oggi ho avuto la conferma di averlo superato (c´era una prova nazionale abbastanza tosta e mi hanno chiesto proprio dove fosse il libro). 

Le altre due materie invece che ho scelto sono state Privatjuridik e Affärsjuridik (diritto privato e diritto commerciale) e studiare queste materie in svedese con compagni svedesi é stato un bel impegno. 

Oltre ad averle passate, ho avuto oggi dei buoni betyg (voti), tranne che in svedese dove sono uscito con la sufficienza appena. Ovviamente non mi hanno dato una pagella scritta (é tutto elettronico) cosí non devo farla firmare dai genitori. 

martedì 2 dicembre 2014

Fatevi un piano



In questi mesi/anni ho commesso diversi errori e spessissimo ho appoggiato le mani sulla tastiera per raccontarveli, per fare in modo che altri che vogliono emigrare in Svezia non li ripetessero. Ma non sono errori "istantanei", chiamiamoli cosí, come non dare precedenza ad un incrocio, in cui uno si rende conto di aver fatto una menata e impara per la volta successiva. No, io parlo di errori che possono durare mesi, insegnamenti che si ottengono pochino alla volta, per cui uno non sa mai quando é il momento giusto di trasmetterli ad altri. Altre volte ti sembra di averli imparati ma non ne sei sicuro nemmeno tu. 
Insomma ora ve li racconto. Ma non so da che parte cominciare. Ci ho pensato spesso, soprattutto nelle ultime settimane. Beh, non é che ho fatto solo questo, anzi sono stato particolarmente impegnato e lo sono tutt´ora. A far che se non lavori? Giá. Che ho fatto? 

Una cosa che ho capito agli inizi di quest´anno é che dovevo lavorare, anzi impegnarmi, su piú fronti. Ho capito un po´tardi infatti che per emigrare in Svezia bisogna essere pronti a fare queste cose contemporaneamente: 
- cercare un lavoro
- crearsi dei contatti (al fine di trovare un lavoro)
- studiare (la lingua e non solo)
- progettare e seguire un piano B (uno o piú)
- imparare a conoscere e trattare la Svezia e gli svedesi.

Per tutti questi punti ho qualcosa da raccontarvi, quindi seguiranno post ad hoc ognuno dei quali avrá uno specifico consiglio da seguire. Ed ecco che arriva il mio primo consiglio: prima di venire in Svezia elaborate un piano che tocchi i punti suddetti in modo analitico e dettagliato. 
Il mio piano era: 
1. vado in Svezia.
2. mi iscrivo all´SFI (e poi proseguo con gli altri corsi di lingua)
3. quando mi sento pronto cerco un praktik in qualche azienda
4. poi con il praktik fatto, sarà facile trovare un lavoro. 

Il mio piano faceva un po´di acqua da molte parti. Se mi fossi organizzato in modo migliore probabilmente molte cose sarebbero andate meglio. Non sono andate nemmeno male. Peró il piano di questi ultimi mesi é stato molto diverso da quello iniziale. 

Quindi il mio primo consiglio é: FATEVI UN PIANO fatto bene, peró. 
E sará piú facile, anzi meno difficile, arrivare a dire come John Hannibal Smith dell´A-Team: "adoro i piani ben riusciti". 




sabato 29 novembre 2014

Chi non muore si rilegge.


Heila.

Rieccomi.

Piú di qualcuno mi ha scritto in questi mesi chiedendo che fine avessi fatto. E´infatti da febbraio che non pubblico niente nel blog e qualche affezionato e sconosciuto lettore era perfino preoccupato. Sto bene. Ripeto, sto bene. Il motivo per il quale non ho scritto nulla per tutti questi mesi si puó riassumere in questo modo: 

Tanto tempo fa decisi di emigrare in Svezia lasciando tutto. Per tutto intendo un lavoro certo per me e uno per mia moglie. Casa, amici e parenti. E venire in Svezia per seguire un sogno che peró non era collegato con alcuna garanzia. Anzi. Sembrava proprio un salto nel buio. Da qui la decisione di aprire un blog e raccontare questa avventura perché mi resi presto conto che questa mia avventura suscitava un enorme interesse in una massa di curiosi, ma anche che sarebbe stata seguita da tanti altri che avrebbero letto delle mie eroiche gesta in cerca di una ispirazione da poter copiare/imitare per loro stessi. 

Ho fin´ora raccontato un po´di aneddoti, un po´di cose pratiche ma la cosa piú importante che tutti si aspettano é la ricerca di un lavoro. E che cosa scrivo se un lavoro non ce l´ho? Mi pareva brutto scrivere ogni volta che sto facendo, sto valutando, penso che, e cosí via. Adesso mi sento piú sicuro di me nel scrivere, o nel ricominciare a scrivere, perché il tanto aspirato lavoro é finalmente arrivato. Ebbene sí. Ho appena firmato un contratto di lavoro che mi vedrá impegnato in una ditta svedese conosciuta. Le mansioni sono fantastiche e non sto nella pelle di cominciare. Ma devo aspettare il 2 di gennaio. O forse il 5 perché mi hanno detto che forse il 2 molti fanno ponte (é venerdí). 

Questo lavoro é interessantissimo, non solo per il reddito in sé, ma anche per le possibili implicazioni future. Isomma, da questi giorni la mia permanenza in Svezia sembra una strada in discesa. Sinceramente non ho mai dubitato, ma devo ammettere che é stata dura. Forse piú del previsto. 
Dove vado a lavoare e cosa faccio ve lo diró un po´alla volta. 
Sempre un po´alla volta vi racconteró quello che ho fatto e che ho imparato in tutti questi mesi. 

Insomma, sono vivo e mi rifaccio rivedere. Anzi rileggere. 




mercoledì 26 febbraio 2014

Di tutto un po´


Heila !!!

piú di qualcuno mi ha scritto in questi ultimi giorni preoccupato dal fatto che non mi faccio mai vivo su questo blog. Tranquilli, sto bene. I motivi per i quali spesso non lascio le dita scorrere sulla tastiera con Blogger aperto sono molteplici. Il piu importante é la pigrizia, senza dubbio. Poi, in seconda analisi, devo dire che mi sento molto vicino ad una svolta, ma che non mi so spiegare. Vabbé vedremo. 

Volevo scrivere un post sul Natale che ho passato, come l´anno scorso, in compagnia con gli altri italiani residenti qui in cittá. Ma poi, non essendo particolarmente interessante, come del resto un po´ tutto il blog, ho pensato di scrivere un post cumulativo con capodanno, ma non mi ricordo nulla della serata, a parte un forte mal di testa il giorno dopo e la sensazione di essermi divertito come un matto. 

Allora avevo pensato di scrivere un post sul tempo atmosferico. Noi italiani siamo fatti cosí: quando non abbiamo niente di intelligente da dire, parliamo del tempo. Non a caso, il massimo livello di approfondimento politico di molti miei amici é piove, governo ladro. Vabbé comunque, stavo dicendo del tempo qui che ha fatto mediamente schifetto. No, non voglio disperezzare il fatto che abbiamo saltato l´inverno e le temperature rigide non le abbiamo viste nemmeno di striscio, ma proprio perché faceva caldo, relativamente, il cielo é stato sempre coperto di nuvole e la neve la abbiamo avuta solo per 3 settimane. Pensate che in tutto il mese di gennaio abbiamo avuto solo 14 ore di sole splendente, che invece é tipico di quando fa freddo, ma quello vero. Starete pensando che non mi va mai bene niente, e invece mi accontento e mi sta bene cosí. 

Per quanto riguarda lo studio della lingua procede benino. Ho finito l´SFI e il SAS grund ed ora sto frequentando il SAS gymnasium, il che non vuol dire che sono bravo, ma riesco a farmi capire e capisco benino. Quanto basta per cominciare a lavorare bene. A proposito di lavoro, ho un po´di idee in testa e delle possibilitá, ma non vi dico nulla. Anche perché c´é sempre qualcuno pronto a sparare a zero su quello che scrivo e su quello che non scrivo. 

E dunque cosa vi racconto? Vi ho giá detto che é praticamente arrivata la primavera? 


domenica 22 dicembre 2013

Il germe belpaesiska

Qui in Svezia esistono certi tipi di virus, piú o meno fastidiosi, che un po´tutti i blog hanno citato almeno una volta. Esiste peró un virus di cui nessuno parla e che io sto studiando da tempo. 
Fin´ora lo ho sperimentato solo su pazienti italiani che hanno in comune il fatto di impegnarsi ad imparare lo svedese. Non é escluso che colpisca anche soggetti di altre nazionalitá. La particolaritá di questo maledetto morbo peró é che non colpisce il corpo, fisicamente, ma i testi scritti. Cioé, puó capitare che uno stia scrivendo una lettera ad un amico, o uno studio accademico (non é il mio caso) o semplicemente un articolo del blog e improvvisamente il virus si manifesta cambiando några parole con altrettante in svenska. Di solito il fenomeno inizia bara på piccolo sätt ma poi accresce e diventa piú fastidioso som möjligt. Ho constatato också che colpisce mot la fine del berättelse. Il testo perde helt significato och det blir leggibile bara till alla som har den samma sjukdomen.